Anno nuovo, nuovi annunci da quel di Las Vegas: il rito pagano della prima fiera elettronica del 2025 si rinnova, e quest’anno pare che il numero di annunci e novità portate in Nevada sia superiore per qualità e quantità rispetto agli anni passati. Come ormai da tradizione, anche L’Oréal ha scelto di essere presente al Consumer Electronic Show: presentando al pubblico un dispositivo destinato alla cosmetica personalizzata, che combina la tecnologia di analisi con quella di consulenza ritagliata sulle esigenze e le caratteristiche del singolo consumatore.
Cosa ha portato L’Oréal al CES
L’annuncio di Las Vegas ricalca ed è figlio di quanto L’Oréal aveva mostrato negli anni passati. Analisi della pelle attraverso dispositivi e tecnologie semplici da usare, produzione di cosmetici on-demand su misura, un supporto al singolo cliente per supportare le sue esigenze specifiche. Grazie a Cell BioPrint – dispositivo pensato per il punto vendita – si può effettuare un’analisi della pelle in pochi minuti, con una semplice strip da applicare sull’epidermide (tipicamente la guancia) e una serie di scatti del viso, e ottenere un report puntuale e preciso rispondendo semplicemente a qualche domanda: quanto è idratata, quanto infiammata la nostra pelle, indicazioni su come trattarla.
L’informazione viene elaborata e consultata attraverso un tablet, così da essere facilmente illustrabile al o alla cliente: viene quindi effettuata una vera e propria consulenza, che si può tradurre nella scelta di un prodotto su misura. L’idea è quella di non offrire una banale indicazione legata all’età o al sesso, bensì di fornire report precisi e puntuali su come la nostra pelle sta invecchiando, che tipo di problemi o di particolarità presenta, quali sono i prodotti giusti da scegliere in base agli ingredienti e i principi attivi – per evitare eventuali effetti controproducenti.
La vera particolarità del prodotto, infatti, è il frutto della collaborazione con la startup coreana NanoEnTek: un vero e proprio “lab-on-chip” presente sulle strip, che in pochi minuti misura decine di marcatori biologici utili a valutare lo stato di salute della pelle (che, sebbene sottovalutato, è uno degli organi più importanti del corpo umano) e dunque a restituire informazioni preziose. Parliamo di oltre un centinaio di brevetti racchiusi in un dispositivo non invasivo, frutto degli investimenti della startup e di L’Oréal in questo settore.
Perché Cell BioPoint è interessante
L’obiettivo di questo annuncio L’Oréal è quello di superare i semplici consigli dettati dal buonsenso (nella migliore delle ipotesi), e offrire invece indicazioni fortemente basate su dati concreti e validati scientificamente. Dopo l’esplosione del fenomeno skincare – legato alla noia durante l’emergenza pandemica che ci teneva chiusi in casa – e visto il proliferare di suggerimenti tanto-al-chilo sulle piattaforme social offerti da esperti improvvisati, riportare l’interesse dei consumatori su basi più solide è uno strumento utile: anche per fidelizzare il cliente.
Si tratta di un investimento a medio-termine: lo sviluppo che va avanti nei laboratori di ricerca cerca una strada verso il mercato grazie ai team che si occupano di far incontrare la domanda dei consumatori con le opportunità che la tecnologia e la scienza mettono a disposizione. Una strada a doppio senso: dai social media si raccolgono informazioni preziose sulle aspettative dei clienti (o dei potenziali tali), restituendo in cambio nozioni e informazioni autorevoli su come prendersi cura di sé stessi. Eliminando per l’utente finale il rischio di acquistare il prodotto sbagliato, con conseguente esborso inutile, e abbattendo al contempo gli sprechi.
Da parte di L’Oréal, si tratta di aggredire un mercato che la vede già largamente protagonista, ma che nel complesso vale la bellezza di oltre 125 miliardi di dollari l’anno. Non a caso, il primo continente a sperimentare l’innovazione di Cell BioPoint sarà l’Asia: senz’altro un terreno fertile per questo tipo di tecnologia, e un ottimo campo di prova per validarne le capacità e testarne le potenzialità.