Notizie dal futuro, la rubrica di Paola Pisano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Torino e già Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. Un viaggio attorno al mondo su tecnologia, intelligenza artificiale ed ecosistemi hi-tech
Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.
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AMD e i semiconduttori
Nel 2013, AMD – società multinazionale americana di semiconduttori – stava affrontando una crisi profonda. Per uscire dalla crisi, iniziò a concentrarsi su settori più promettenti come le CPU per i server e le GPU per la grafica, lasciando da parte le CPU per personal computer. L’approccio utilizzato per la progettazione ricordava la “Lego”: suddividere i chip in parti più piccole per assemblare i diversi tipi di chip a un costo inferiore. Quando i primi chip furono rilasciati nel 2017 erano più veloci ed economici delle offerte del rivale Intel. Negli ultimi 10 anni la quota di mercato di AMD nelle CPU per server è passata da zero a 30%. Ma AMD riuscirà a ad entrare anche nel settore delle GPU battendo il leader NVIDIA? Il dominio di Nvidia, che si basa sulle GPU per addestrare i modelli di AI, rappresenta l’86% dei componenti venduti a livello globale. AMD spende circa 6 miliardi in ricerca all’anno e sta portando il suo approccio “Lego” anche alle GPU combinando decine di blocchi – o chiplet – in un singolo microchip. AMD ha annunciato una partnership con i produttori di apparecchiature di rete come Broadcom e Cisco. NVIDIA non è, però, una azienda immobile e ha annunciato un nuovo chip ogni anno invece che ogni due.
L’AI nei Paesi in via di sviluppo
Anche i Paesi in via di sviluppo potrebbero beneficiare di sistemi di intelligenza artificiale. Tonee Ndgungu, imprenditore del Kenya, ha sviluppato due applicazioni di intelligenza artificiale per sostenere i bambini nell’apprendimento del programma scolastico e per aiutare gli insegnanti. Una equipe dell’Università di San Paolo sta addestrando un’intelligenza artificiale a rispondere a domande di carattere sanitario. L’obiettivo è fornire uno strumento agli operatori sanitari di base in Brasile, che a volte hanno poca formazione. L’AI potrebbe anche aiutare le persone a gestire la burocrazia che blocca la produttività in molti Paesi poveri.
Secondo la Banca Mondiale, registrare una proprietà richiede 200 volte più tempo ad Haiti che nel ricco Qatar. Quali potrebbero essere, dunque, gli ostacoli all’uso dell’AI? I Paesi poveri, in genere, sono meno democratici di quelli ricchi, quindi molti governi potrebbero utilizzare l’AI per scopi di monitoraggio. Essendo meno stabili, i deepfake potrebbero avere più peso nel guidare opinioni o scatenare picchi di violenza. L’accesso a Internet dovrà, quindi, migliorare. Nel migliore dei casi, l’AI potrebbe contribuire a rendere intere popolazioni più sane, istruite e informate. Col tempo, questo potrebbe renderle molto meno povere.
La Cina sarà leader nella guida autonoma?
Wuhan tristemente nota come punto di partenza del Covid, sta riemergendo come centro di sperimentazione per le tecnologie nascenti in Cina. La Cina sta compiendo passi da gigante non solo nello sviluppo di veicoli elettrici ma anche nella regolamentazione di veicoli senza conducente e ha avviato lo sviluppo commerciale di queste auto nel 2013, circa cinque anni dopo i gruppi statunitensi. Ma a settembre dello scorso anno, i veicoli autonomi in Cina avevano percorso un totale cumulativo di 70 milioni di chilometri, alla pari con gli Stati Uniti, secondo i dati di Bain. A Wuhan, 500 robotaxi, per lo più gestiti da Baidu, il rivale cinese di Google, hanno registrato più di 730.000 viaggi di ride-hailing lo scorso anno. Creare zone di sperimentazione per la regolamentazione della strategia potrebbe aiutare la Cina a diventare leader anche nell’auto autonoma. Oltre a Wuhan, Baidu e una serie di rivali nazionali, tra cui Pony.ai e AutoX, hanno creato una serie di zone di prova in città di tutta la Cina. Molti dei costruttori di veicoli elettrici del Paese, tra cui il più grande al mondo per vendite, BYD, hanno anche team interni che sviluppano sistemi avanzati di assistenza alla guida. A novembre sono state pubblicate le linee guida che i governi locali dovranno seguire per la creazione di progetti pilota di auto senza conducente. A dicembre sono state pubblicate nuove linee guida sulla sicurezza per l’uso di veicoli autonomi nel trasporto pubblico.
Quale futuro per KKR?
KKR, fondo di private equity ha raccolto la cifra record di 6,4 miliardi di dollari per il suo ultimo fondo di infrastrutture asiatico. KKR conta ora 13 miliardi di dollari di asset in gestione nelle infrastrutture asiatiche non Cinesi. L’obiettivo è investire in asset stabile e a lungo termine necessario per la transizione energetica e digitale ossia le infrastrutture. Anche altri soggetti sono interessati al settore e BlackRock ha pagato 12,5 miliardi di dollari per acquistare Global Infrastructure Partners mentre Macquarie ha raccolto 8 miliardi di euro per il suo fondo infrastrutturale europeo. Anche Blackstone, Stonepeak e I Squared Capital hanno segnalato il loro crescente interesse per questo settore, dato che la capacità dei governi di finanziare le infrastrutture è stata messa sotto pressione. KKR riuscirà a dirigere i suoi investimenti anche sulle infrastrutture cinesi? Finora KKR ha effettuato 10 investimenti con il nuovo fondo, impiegando più della metà del capitale in attività energetiche, infrastrutture digitali e manifatturiere. Fino ad oggi, i suoi fondi infrastrutturali asiatici si sono tenuti alla larga dalle operazioni in Cina. Con 6,4 miliardi di dollari, il fondo Asia Pacific Infrastructure Partners II di KKR è il più grande fondo pan-regionale dedicato alle infrastrutture. In un’intervista al Financial Times, Luboff ha dichiarato che il nuovo fondo applicherà una «leva modesta» nelle sue operazioni e si concentrerà su «aree geografiche in cui riteniamo che il track record, così come l’offerta di opportunità e il contesto normativo, siano favorevoli». Tra queste, figurano l’India, la Corea del Sud, le Filippine, il Giappone, Singapore, l’Australia e la Nuova Zelanda.