Come ha spiegato la Commissaria europea per gli Affari Interni Ylva Johansson l’introduzione del cosiddetto Entry/Exit System in porti e aeroporti dell’UE sarà graduale e non scatterà dunque dal 10 novembre 2024, come inizialmente previsto. Si tratta di una tecnologia che effettuerà controlli biometrici su centinaia di milioni di passeggeri ogni anno. Ci sono tuttavia diversi problemi legati all’infrastruttura informatica di alcuni Paesi, non ancora pronti ad adeguarsi.
Controlli biometrici negli aeroporti: cosa sappiamo
Questo nuovo sistema di controllo in ingresso e in uscita è automatizzato e punta a rendere più moderni i controlli alle frontiere. Non appena sarà introdotto, tutti i viaggiatori che entreranno nel territorio UE per soggiorni non superiori ai 90 giorni dovranno registrarsi e cedere alcuni dei propri dati biometrici (immagini del volto e impronte digitali) e altre informazioni personali.
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Questi dati sensibili saranno in un secondo momento archiviati in un database e utilizzati per registrare l’ingresso e l’uscita dei cittadini extracomunitari e controllare le persone che utilizzano false identità. A causare il ritardo dell’introduzione di questa tecnologia sembrerebbe aver pesato l’impreparazione dei sistemi informatici di alcuni Paesi membri (Germania, Francia e Paesi Bassi).
A questo punto è possibile che l’Entry/Exit System europeo venga introdotto in più fasi. Una volta a regime monitorerà il passaggio in porti e aeroporti di 700 milioni di persone ogni anno. L’obiettivo, oltre che legato alla sicurezza, è anche di rendere più veloci le procedure di controllo e verifica nei vari scali.