Nelle scorse ore la Polonia ha abbattuto quelli che al momento sono stati descritti come droni russi impegnati in un’operazione di attaccato contro l’Ucraina che ha violato lo spazio aereo di Varsavia. Su X il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto: «Ieri sera lo spazio aereo polacco è stato violato da un numero enorme di droni russi. I droni che rappresentavano una minaccia diretta sono stati abbattuti. Sono in costante contatto con il Segretario Generale della NATO e i nostri alleati».
Non è la prima volta che sale la tensione tra i due Paesi: nel novembre 2022 un missile russo era caduto in territorio polacco e la stampa aveva descritto l’evento come l’inizio di una possibile escalation per una guerra mondiale. Questo perché la Polonia è un Paese membro della NATO e l’articolo 5 viene sempre citato in casi simili.

Cosa dice l’articolo 5 della NATO
Sono 14 gli articoli che compongono il trattato della NATO, l’alleanza ad oggi formata da 32 Paesi e lanciata dagli Stati Uniti nel 1949. Per tutta la Guerra Fredda è stato il braccio militare del blocco americano contro quello sovietico dove era in vigore il cosiddetto Patto di Varsavia. L’articolo 5 è senz’altro quello più citato negli ultimi anni, proprio perché impegna i Paesi membri a un aiuto reciproco in caso di attacco nemico.
Ecco cosa recita l’articolo 5 della NATO:
«Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale.
Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali».

Il precedente storico più importante in cui è stato invocato il rispetto dell’articolo 5 è stato l’11 settembre: a seguito dell’attentato contro le Torri Gemelle nel 2001 si fece appello per la prima volta nella storia a quella parte fondamentale del trattato militare. Il supporto militare agli alleati NATO viene lasciato a discrezione degli alleati: nel testo si parla infatti assistere «la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata». L’assistenza può avvenire non per forza mediante l’invio di armi o soldati, ma anche tramite il supporto militare. C’è dunque un certo margine di interpretazione.

Qual è la proposta dell’Italia per l’Ucraina che riprende l’articolo 5 della NATO?
L’Ucraina non fa parte della NATO, essendo un ex Paese del blocco sovietico in passato parte del Patto di Varsavia. In attesa di capire quando e se ci sarà un cessate il fuoco tra Kiev e Mosca, dall’Italia è stata avanzata la proposta dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che da tempo propone una misura ispirata all’articolo 5 della NATO per la difesa dell’Ucraina. «Il punto di partenza della proposta – ha detto la premier – è la definizione di una clausola di sicurezza collettiva che permetta all’Ucraina di beneficiare del sostegno di tutti i suoi partner, USA compresi, pronti ad attivarsi nel caso sia attaccata di nuovo».