Dopo l’investimento confermato del gigante di Redmond in OpenAI, a Mountain View si studiano le contromisure. DeepMind potrebbe rilasciare un chatbot nel 2023
Due mesi fa OpenAI ha rilasciato il proprio software di intelligenza artificiale ChatGPT. Da allora il successo è stato globale con server ingolfati e milioni di utenti che bussano alla porta del sito per utilizzare gratuitamente la tecnologia. A Mountain View, nella sede di Google, l’evoluzione di questo fenomeno sembra aver preoccupato i vertici. Il New York Times ha riportato di un non consueto incontro tra i due fondatori storici Larry Page e Sergey Brin e i C-Level per capire come rispondere a ChatGPT. Google non è una multinazionale che ha trascurato l’intelligenza artificiale: una divisione della holding Alphabet, DeepMind, si occupa proprio di AI ed è dai suoi laboratori che potrebbe uscire un competitor di ChatGPT. Il nome di questo chatbot è Sparrow.
Are you ready for a more 'grown up' version of ChatGPT?
Google are getting ready to release Sparrow.
Based on Google's Deep Mind AI, Sparrow may offer more safety for users and also references where it's getting the information from. Example 👇
Watch this space. pic.twitter.com/OE1siJc3Ut
— Dan Fitzpatrick (@DanFitzTweets) January 18, 2023
DeepMind è stata fondata nel 2010 in Gran Bretagna per poi essere acquisita nel 2014 da Google per più di mezzo miliardo di dollari (anche Facebook era interessata a questa startup di intelligenza artificiale). In un’intervista rilasciata al Time, il cofounder di DeepMind Demis Hassabis ha spiegato che nel 2023 Google potrebbe rilasciare in una versione beta privata Sparrow, un chatbot che darebbe risposte citando anche le fonti.
Our founder and CEO @DemisHassabis talks to @TIME about DeepMind's mission to build AI responsibly to help solve some of the world’s toughest problems. 🌐 https://t.co/cVPDPwiHdk
— DeepMind (@DeepMind) January 12, 2023
In un report pubblicato nel 2021, DeepMind ha sottolineato che strumenti come GPT-3, l’antenato di ChatGPT, potrebbero comportare la diffusione di disinformazione e fake news. Hassabis ha parlato di linee rosse da non superare per questioni etiche quando si tratta di intelligenza artificiale, anche se è evidente che dietro queste preoccupazioni ci possano essere dei comprensibili timori legati al successo di ChatGPT e alle sue minacce al dominio di Google.
Leggi anche: Microsoft torna a investire in OpenAI (e ChatGPT): 10miliardi di dollari secondo Bloomberg
Nel frattempo Microsoft ha confermato il proprio investimento multimiliardario e pluriennale in OpenAI, la società fondata da Sam Altman. La cifra non è stata confermata, ma sembrerebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi di dollari. Sulla stampa di settore, però, sembrerebbe essere previsto un aggiornamento di non poco conto per gli utenti: secondo i rumor le due parti hanno concordato di far pagare agli utenti premium di ChatGPT un abbonamento mensile di 42 dollari.