Ne avevamo scritto su StartupItalia: dopo un 2023 da dimenticare, Cruise si sta preparando da tempo a riaccendere i suoi robotaxi per riconquistare la fiducia dei regolatori (e non solo) sull’affidabilità delle vetture a guida autonoma. L’azienda, acquisita da General Motors nel 2016, ha messo su strada a Dallas una piccola flotta di self driving car per validare la propria tecnologia ed effettuare i dovuti test.
Da cosa nasce la crisi di Cruise?
Come si legge su TechCrunch sono appena tre i robotaxi che Cruise sta facendo circolare nella città texana, per di più senza alcun passeggero. Ci sono perfino operatori a bordo, pronti a intervenire in caso di problemi, necessari per la raccolta di dati e valutazione di eventuali situazioni di rischio. L’ex startup, che fino allo scorso anno metteva a disposizione delle persone i propri robotaxi a San Francisco 7 su 7, 24 ore su 24, ha già effettuato un test simile a Phoenix.
La scelta del Texas non è casuale: da tempo lo Stato USA sta attraendo società, talenti e startup provenienti dalla California. Ciò non significa che Cruise voglia rinunciare alla piazza di San Francisco, dove la crisi è iniziata nell’ottobre 2023. A seguito infatti di un incidente che ha coinvolto un pedone, trascinato per alcuni metri da un’auto a guida autonoma, le autorità hanno ritirato la licenza di circolazione, dando il via a un effetto domino sull’azienda, che ha portato a licenziamenti, stop alla produzione di robotaxi e perfino all’addio del Ceo.
Quando torneranno in servizio i robotaxi di Cruise?
Al momento è ancora presto per dire quando i robotaxi di Cruise torneranno in servizio. Il mercato delle auto a guida autonoma è (da anni) in fase di espansione, ma resta ancora di nicchia, con i regolatori che continuano a puntare l’attenzione sul tema sicurezza: l’ultima indagine aperta a seguito di incidenti – fortunatamente non gravi – riguarda Zoox, startup acquisita da Amazon per oltre 1 miliardo di dollari.