The Trust Project: social e search includeranno un indicatore che riporta a una pagina con il grado di affidabilità della fonte
Se è scritto su Internet, c’è da fidarsi? Il problema delle fake news, le bufale che circolano sui social e in Rete, si è fatto più pressante a ridosso della passata campagna elettorale negli Stati Uniti: tra accuse a destra e manca di aver manipolato l’opinione pubblica proprio diffondendo propaganda a mezzo Internet, si è fatta strada l’idea che i gestori delle piattaforme dovrebbero avere maggiori responsabilità su quanto circola. Con la firma apposta da Google e Facebook al The Trust Project, questa possibilità si fa concreta.
Le notizie col bollino
Stando a quanto viene raccontato, The Trust Project era in gestazione da tre anni ma solo oggi viene presentato al pubblico: tra i firmatari ci sono oltre ai due pesi massimi già citati anche altri marchi come Bing, Twitter, Washington Post, The Economist, che collaboreranno assieme per creare un meccanismo di certificazione della credibilità di una fonte per ogni notizia. Per l’Italia per ora hanno aderito La Stampa e La Repubblica.
The Trust Project ha compilato una serie di linee guida utili a determinare la natura di una testata e il suo grado di affidabilità: criteri che comprendono il tipo di finanziatori, le modalità di verifica delle fonti e quindi il metodo di scrittura degli articoli, il curriculum di chi scrive, le modalità di raccolta dei consigli, delle rettifiche, del contributo di fonti esterne.
Tutto verrà concentrato in una sorta di bollino che seguirà il nome della testata quando si scorre la timeline di un social o la pagina della ricerca di un search. Si clicca sul bollino e si leggono le credenziali del giornale, così da valutarne la bontà e l’affidabilità. Va da sé che l’assenza del bollino non deporrà bene per la credibilità della fonte.
C’è da fidarsi?
Quel che conta a questo punto è costruire attorno a The Trust Project una coalizione più ampia possibile: per renderlo un sistema realmente affidabile per il pubblico occorre che la maggioranza delle testate aderisca al progetto, così che lo appoggino e rendano marginali le fonti che non ne fanno parte. Naturalmente a rimanere fuori dovrebbe essere solo chi non è in grado di fornire le credenziali necessarie a guadagnarsi il bollino di qualità.
I siti di news potranno presto includere le proprie informazioni su metodi di lavoro, deontologia, policy di rettifica, direttamente come fosse un meta-tag nel codice delle proprie pagine. Così facendo ovunque saranno postate le notizie, da Facebook a Google, da Twitter a Bing, il lettore potrà verificare con un semplice clic tutte le informazioni di cui può avere bisogno.
Il rovescio della medaglia, come sempre accade in questi casi, è che la domanda su chi controlla il controllante è sempre valida: attribuire patenti di autorevolezza è un compito gravoso, e sebbene nel caso di The Trust Project sia lasciata ai lettori la possibilità di vagliare parte delle informazioni è inevitabile che si innesti una polemica su questo aspetto della faccenda.