Le liti all’interno della maggioranza e con le Regioni hanno fatto slittare il Dpcm, che entrerà in vigore solo domani. Le novità e le nuove restrizioni valide per 15 giorni
Prende finalmente corpo, dopo estenuanti liti tra governo e Regioni e membri della stessa maggioranza, l’ultimo – ma solo in ordine di tempo – Dpcm con le restrizioni per rallentare la corsa del Covid-19, che ieri ha comunque ha fatto registrare un lieve rallentamento, tornando sotto la soglia psicologica dei 30mila nuovi casi in 24 ore. Ma i numeri che preoccupano solo quelli delle terapie intensive, soprattutto in Lombardia, dove si va ormai verso il dimezzamento dei posti letto disponibili. Non a caso anche la situazione ospedaliera sarà un fattore usato dal ministero della Salute per distinguere tra Regioni zone rosse, zone arancioni e zone verdi. In queste ultime saranno in vigore esclusivamente le limitazioni a carattere nazionale (coprifuoco dalle 22 fino alle 5, capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50%, chiusura dei musei e dei centri commerciali nel weekend, smart working obbligatorio, stop a concorsi pubblici e alle crociere). Mentre nelle zone rosse e arancioni ci saranno forti limitazioni che sfioreranno il lockdown di marzo.
Cosa succederà nelle Regioni zone rosse?
Il nuovo Dpcm dispone che nelle Regioni zone rosse dovranno chiudere tutti i negozi (ma non parrucchieri, barbieri e estetisti che resteranno aperti), i mercati, le attività di bar, gelaterie, pasticcerie e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22). Resteranno aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie, le industrie, artigianato, edilizia e servizi, oltre alle scuole elementari e alla prima media. Come in primavera, tornerà a essere consentita l’attività motoria «in prossimità della propria abitazione» e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva «esclusivamente all’aperto e in forma individuale». E tornerà l’autocertificazione: si potrà uscire di casa solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute». Non si potrà lasciare il Comune di residenza e men che meno lasciare quelle Regioni o entrarvi: «È vietato – si legge nella bozza – ogni spostamento in entrata e uscita dai territori» nonché «all’interno dei medesimi territori». Il provvedimento di stop alla circolazione – che sarà adottato con ordinanze del ministro della Salute – può riguardare intere «Regioni o parti di esse».
Cosa succederà nelle zone arancioni?
Le zone arancioni saranno caratterizzate da «trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo». In quei territori e per 15 giorni sarà imposta la chiusura per tutta la giornata di bar e ristoranti. Solo i negozi resteranno aperti. Limitato «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un Comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità».
Cosa succede nelle Regioni zona verde?
Le Regioni con un quadro epidemiologico migliore, che hanno un indice di rischio compatibile con lo “scenario 2”, con Rt tra l’1 e l’1,25, saranno interessate esclusivamente dalle limitazioni – nuove e pregresse – valide a livello nazionale, ultimo Dpcm incluso. Quindi: coprifuoco dalle 22 fino alle 5, capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50%, chiusura dei musei e dei centri commerciali nel weekend, smart working obbligatorio, stop a concorsi pubblici e alle crociere.
Quali sono le Regioni zona rossa?
Anche se in merito dovremo attendere la tabella del ministero della Salute, dai dati e dalle voci di corridoio che si rincorrono, le Regioni zona rossa dovrebbero essere:
- Lombardia,
- Piemonte,
- Calabria,
- Alto Adige
- Valle d’Aosta
Cambia poco per l’Alto Adige che aveva già proclamato in via autonoma un lockdown. Si starebbe discutendo sulla sorte della Campania, che ha nella zona di Napoli un vero e proprio focolaio ma presenta una situazione migliore altrove.
Quali sono le Regioni Zona arancione?
Queste le possibili Regioni zona arancione:
- Abruzzo (Rt 1,4),
- Basilicata (Rt 1,04),
- Liguria (Rt 1,54),
- Puglia (Rt 1,65),
- Sicilia (Rt 1,42),
- Toscana (Rt 1,41),
- Veneto (Rt 1,46)
La Calabria potrebbe rientrare tra le Regioni zone rosse nonostante l’Rt contenuto, a 1,66 per via della situazione negli ospedali, che non assicurerebbero le adeguate cure in caso di rapido peggioramento.
© Viminale
Continua a peggiorare in Lombardia
Quasi un terzo delle 353 vittime di Covid nelle ultime 24 ore in Italia – il livello più alto dal 6 maggio, alla fine del lockdown – si registra in Lombardia, che lamenta 117 morti (ieri 46). La Regione più colpita registra anche 40 pazienti in più in terapia intensiva, a fronte del balzo di 203 a livello nazionale, quasi il doppio dell’aumento finora più alto dei ricoverati in rianimazione in un solo giorno nella seconda ondata. Sono invece 6.804 i nuovi casi con una percentuale più bassa di ieri (il 21% dei tamponi eseguiti rispetto a 21,9%) e 4.740 i pazienti ricoverati nei reparti, con un aumento di 334.