Da uno spazio coworking al round da 3 milioni: com’è nata e si è sviluppata la startup che vuole digitalizzare il mercato delle serrature. Passato e prospettive future nel racconto del CEO Andrea Mastalli
Come si passa da un ufficio condiviso con altre startup a un round d’investimento da 3 milioni condotto da una delle realtà più importanti nel private equity e venture capital italiano? E come si riesce a trasformare un’esigenza condivisa in un progetto che potrebbe rivoluzionare il mercato delle serrature?
Senza dubbio, ci vuole forza di volontà. Una gran forza di volontà, di quelle che ti permettono di affrontare e superare qualsiasi tipo di difficoltà. Poi ci vuole giusto un pizzico d’incoscienza per prendere al volo il treno “giusto” quando passa. Ma, soprattutto, ci vuole un’idea. La classica lampadina di Archimede, per intenderci. Quella che nel 2014 si è accesa per Andrea Mastalli e i suoi soci (Andrea Ferro e Daniele Poggi), e che oggi continua a illuminare il futuro di SCLAK.
Soluzione geniale, soluzione casuale
“Il progetto è nato in maniera un po’ casuale in realtà”, ricorda Andrea. “Nel 2014 ci trovavamo in un ufficio condiviso con altre aziende, ma tra tutti avevamo solo 3 mazzi di chiavi. Puoi capire come un sacco di tempo andasse perso aspettando che venisse aperto il portone”.
Il co-founder e CEO di SCLAK, Andrea Mastalli
Per risolvere la scomoda situazione i ragazzi di SCLAK mettono a frutto le loro competenze nella progettazione di soluzioni digitali integrate e realizzano un primo dispositivo collegato al citofono esterno che permette di automatizzare il sistema di accesso. Inutile dire che l’innovazione è stata accolta più che positivamente da tutte le altre startup presenti nell’edificio che hanno trovato così la soluzione a un problema reale.
Da lì in poi la strada è stata in discesa. “Dopo 3 mesi il primo esemplare funzionante (device e server) era pronto. Ma soprattutto avevamo già capito a quali bisogni dell’utente poteva rispondere questa soluzione e quali fossero i suoi possibili campi di applicazione”. Le potenzialità di questa piattaforma che permette di creare, condividere e gestire chiavi digitali programmabili (personalizzabili dall’app smartphone, attivabili anche per periodi di tempo limitati e che possono essere inviate da remoto) erano infatti numerose, ma fin da subito si è deciso di guardare con particolare attenzione al mercato della sharing economy.
“L’evoluzione è stata molto naturale. Nel momento in cui hai una chiave in tasca, il tuo interesse può essere quello di condividerla”, aggiunge Andrea. “Ovviamente, quando si parla di sharing economy tutti pensano subito a primarie realtà dell’hospitality e dello short term lease e alla categoria di appartamenti business con accesso in digitale h24. Ma SCLAK è applicabile anche a una realtà più familiare e quotidiana, oppure ai parcheggi e agli stessi mezzi di trasporto ”
Il futuro dopo il round
Se però SCLAK in questi giorni è sulla bocca di molti si deve non solo alla validità del progetto, ma anche al corposo round di finanziamento targato Vertis SGR.
3 milioni di euro investiti attraverso il fondo Vertis Venture 2 Scaleup dalla realtà attiva nel private equity e venture capital. Una decisa spinta verso il futuro che servirà a sviluppare ulteriormente la piattaforma digitale, consolidare il business internazionale e aprirsi a nuove partnership strategiche. “Puntiamo a migliorare i nostri numeri in Spagna e Regno Unito, ma soprattutto ad allargarci in Medio Oriente e Australia approfittando delle opportunità che si presenteranno”.
I competitor poi non fanno paura. “Da un lato il mercato è davvero enorme e capace di dare spazio a grandi player. Basta pensare a una realtà come ASSA ABLOY, leader mondiale della sicurezza passiva e nostro partner, che fattura 7 miliardi all’anno. Dall’altro siamo partiti in anticipo rispetto ad altre aziende creando un buon gap tra noi e loro”, assicura Andrea Mastalli. Una posizione di forza che si traduce anche in apertura nei confronti di altri promettenti progetti. “Siamo sempre pronti a sederci a un tavolo per ascoltare le idee altrui. Chissà che non capiti di incontrare una giovane startup con le potenzialità di SCLAK”.