«Ho una grande passione per i dati, questa sorta di nuovo petrolio. E ho deciso di spenderla al servizio del settore vitivinicolo. I Paesi più avanzati in ambito agritech? Direi Stati Uniti, Spagna e Francia». Matteo Ferrante, chimico di formazione con un passato nell’ambito di ricerca, ha fondato la sua prima startup quando stava ancora svolgendo il dottorato. «Mi occupavo di contrastare la frode in ambito alimentare. Tutto in bootstrapping: solo all’epoca ho capito cosa significasse questa espressione. Mi ha permesso di formarmi e di far nascere il germoglio di Trace Technologies».
In questa nuova puntata della rubrica Italiani dell’altro mondo abbiamo intervistato il fondatore di una agritech che tra pochi giorni prenderà il volo direzione Stoccolma, per partecipare alla prima tappa svedese di SMAU, il roadshow organizzato in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency. Trace Technologies fa parte di una delegazione di circa 40 startup italiane. «Non ci andiamo tanto in un’ottica commerciale, quanto per capire come si sta muovendo l’ecosistema internazionale dell’innovazione e per interagire con gli stakeholder».

Proteggere il vino dalle malattie (e dai dazi)
Trace Technologies è una startup italiana che opera in un ambito, quello vitivinicolo, di cui si sta parlando molto negli ultimi mesi. Le ragioni sono banali: i dazi prima minacciati, poi introdotti, poi sospesi (e poi chissà) rappresentano una fonte di incertezza per i produttori. Di fronte al rischio di perdere denaro, se non addirittura un intero mercato come quello USA, qual è l’impressione che ha raccolto il Ceo dell’agritech?

«C’è grande timore per i dazi – ha premesso Ferrante -. Ma dico anche che il settore è in grado di cambiare rapidamente mercati. E per farlo più cose si mettono sul tavolo più è probabile avere successo. La tracciabilità dei prodotti, la riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari, il risparmio di CO2 sono driver importanti per aprirsi a nuove opportunità».
Come funziona il meteo dei vigneti?
Sono oltre 5mila i viticoltori e agronomi che ad oggi utilizzano Vigneto Sicuro, una app sviluppata dalla società abruzzese e che è disponibile in tutto il mondo. «Abbiamo utenti in Andalusia e un caso particolare a Bali, in Indonesia. La particolarità è che quel campo fa tre vendemmie in un anno grazie al microclima di quel luogo». La piattaforma, disponibile in modalità freemium, permette di monitorare e gestire la salute dei vigneti senza la necessità di hardware o sensori. In sostanza Trace Technologies offre un servizio meteo per informare gli agricoltori del rischio di malattie.

«Abbiamo unito il meteo satellitare con le decine di migliaia di stazioni di terra. Le malattie di un vigneto dipendono dalle condizioni meteo. La più temuta è la peronospora: quando si verificano le cosiddette piogge infettati la malattia si diffonde di più in caso di determinati livelli di temperatura e umidità». Prevedere simili situazioni può consentire all’agricoltore e alle aziende di prendere contromisure.

«Diamo previsioni a tre giorni, il tempo sufficiente per coprire il vigneto con prodotti fitosanitari». Con queste informazioni si ha inoltre la possibilità di agire in maniera puntuale, senza sprecare risorse. La tecnologia è utilizzabile in tutto il mondo tramite un’app disponibile su smartphone. E dal momento che sono poche quelle che realmente si consultano ogni giorno, la società italiana ha voluto sfruttare la capillarità di WhatsApp: «Di fronte a un’allerta l’iscritto riceve una notifica. Non deve per forza entrare nell’app».