Milano caput mundi del data center? Non proprio, ma nel giro di un biennio diventerà senz’altro una piazza molto interessante a livello europeo, in grado di compere con Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino, ovvero mercati in cui si è partiti prima e adesso si avverte un rallentamento notevole.
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Tutti i numeri dei Data Center a Milano e dintorni
Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, dopo aver raggiunto i 513 mw It di potenza totale per alimentare le apparecchiature IT lo scorso anno (+17% rispetto al 2023) con data center che oramai occupano una superficie complessiva di oltre 333 mila metri quadrati (+15% sul 2023), le previsioni sono che si raddoppi entro i prossimi 24 mesi.
Che in soldoni significa che se tra il 2023 e il 2024 sono stati investiti nei data center che orbitano attorno a Milano circa 5 miliardi di euro, nel biennio appena iniziato (2025 – 2026) facendo una rapida stima dei progetti in ballo e quelli in fase di avvio, la posta in gioco semplicemente raddoppia, oltrepassando quella psicologica dei 10 miliardi di euro.
Giusto per citare qualche esempio, AWS, già presente dal 2016, ha investito 2 miliardi di euro fino al 2020 per la creazione della prima AWS Region a Milano. A questi si aggiunge l’annuncio di un ulteriore investimento – in via iniziale – di 1,2 miliardi per l’espansione di due nuovi siti. Microsoft ha presentato un piano di investimenti pari a 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni. Tim e Aruba ultimamente hanno invece edificato i propri nei dintorni della capitale.
Ma se è facile comprendere come mai un simile fermento, perché tutto questo interesse per l’Italia? Principalmente in quanto siamo un Paese ancora vergine, insomma, tutto da colonizzare e in secondo luogo in quanto in posti maggiormente più saturi le norme via via si sono fatte molto più stringenti, soprattutto dal punto di vista ambientale. L’Italia non è comunque sola in questa partenza tardiva: spingono molto anche Spagna e Polonia. Ma il nostro Paese al momento sembra in testa per capacità di attrarre investimenti.
In studio le (prime) regole
Merito pure dell’attuale lacuna normativa che come si diceva non mette troppo i bastoni tra le ruote dal punto di vista dei divieti. Le regole comunque arriveranno e, da quanto si intuisce, saranno comunque predisposte a favore di chi impianta data center nel nostro Paese. Nelle scorse settimane, la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, presieduta da Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia, ha avviato le audizioni sul disegno di legge per la regolamentazione dei data center, con l’obiettivo di creare un quadro normativo favorevole per l’attrazione e la crescita queste infrastrutture strategiche.
Spesso, soprattutto in estate, Milano non è nuova al fenomeno dei blackout: la città è energivora ed è chiaro che la vecchia infrastruttura elettrica non riesce più a soddisfare il fabbisogno nei periodi critici, che vanno allungandosi per via dei cambiamenti climatici. La domanda perciò è d’obbligo: ci sarà sufficiente energia per i data center che si vogliono costruire in Lombardia?