L’applicazione ufficiale di DeepSeek in Italia non è più disponibile sul Play Store di Google ne dall’App Store di iOs, ma ci si può accedere comunque dal web collegandosi al browser. E per chi lo aveva già scaricato nei giorni scorsi, continua a funzionare. Ma qual è il motivo della scomparsa dagli stores? E come viene regolata la privacy degli utenti?
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DeepSeek e il GDPR
Visitando l’apposita pagina di DeepSeek su Play Store per Android oppure su App Store per iOs, gli utenti italiani si imbattono nella dicitura “mancata disponibilità per il nostro territorio” ma il servizio web è rimasto accessibile da qualsiasi browser installato su PC e dagli smartphone, e il funzionamento è garantito anche per chi aveva già installato l’app nei giorni scorsi. Questo accade solo in Italia perché non si segnalano fenomeni simili in nessun’altra nazione, comprese quelle dell’Unione Europea.
Non ci sono ancora comunicati ufficiali né da parte della società dietro il chatbot né da parte delle autorità italiane. Ieri il garante della Privacy si era esposto, sottolineando l’alto rischio per la riservatezza dei dati personali degli utenti che utilizzano il servizio in Italia. Alle due società dietro al chatbot (Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence) sono stati dati 20 giorni di tempo per rispondere e fornire chiarimenti a riguardo. Le società devono anche chiarire se le informazioni sensibili vengono recuperate attraverso attività di web scraping e come gli iscritti e i non iscritti siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati. Sul chatbot verrà, inoltre, aperta un’istruttoria al fine di verificare se lo strumento sia in linea o meno col Gdpr. Leggendo la politica sulla privacy sul sito ufficiale di DeepSeek si può scoprire come la società può raccogliere dati sensibili dalle credenziali alle cronologie, fino a cosa viene digitato sulla tastiera.