Non ho mai amato i padelloni. Telefoni giganti, un tempo sopra i 5 pollici, oggi sempre sopra i sei: più schermo, più autonomia, senza dubbio, ma anche più scomodi in tasca e da portare in giro. Non ho neppure delle mani piccole: ma è indubbio che, con il crescere graduale delle diagonali, negli ultimi anni quasi sempre gli smartphone non siano più pensati per essere usati con una mano sola.
Per questo l’avvento dei foldable poteva diventare, per me, un momento importante di discontinuità: non è stato così, almeno per ora. Ma va notato l’impegno di chi, come Samsung, da anni lavora su questi formati: e l’azienda coreana prova a segnare una reale discontinuità col nuovo Galaxy Z Fold7.

Per la prima volta, possiamo dirlo, Samsung ha deciso di provare a spingere sull’acceleratore: fin qui non c’era stato davvero bisogno di farlo, la concorrenza era sparuta e più debole sotto diversi aspetti. Soprattutto nel comparto software.
Negli ultimi mesi, tuttavia, le cose stavano cambiando: pieghevoli più sottili, con diverse caratteristiche interessanti (a volte più interessanti dei Galaxy Z), hanno spinto i designer e i tecnici coreani a ripensare ciò che avrebbero potuto offrire al pubblico. Il risultato è senza dubbio intrigante, sotto certi aspetti anche attraente: tutto sta a comprendere se i foldable siano il form-factor che fa al caso vostro.

Galaxy Z Fold7: più sottile, più leggero
Messi uno accanto all’altro, il recente S25 Ultra e il più recente Fold7 sono ormai quasi indistinguibili: larghezza e lunghezza sono simili (162,8×77,6 l’S25 Ultra contro i 158,4×72,8 millimetri del Fold7) e idem dicasi per lo spessore (8,2 contro 8,9 millimetri). Il peso è pressoché identico, li separano solo 3 grammi: ma i 215 grammi del Fold7 sembrano ancora meno, in virtù della maggiore comodità con cui si impugna.


Certo le differenze ci sono: innanzi tutto il Fold7 gode di un rapporto di forma quasi ideale, è più compatto, è più piacevole da utilizzare anche a schermo chiuso. Esser riusciti a far stare tutta quella componentistica (il processore è lo stesso dell’S25 Ultra, la batteria quasi identica) in uno spazio così compatto, e con due schermi, è un risultato rimarchevole a prescindere dal resto. Senza aumento di peso: anzi, riducendolo rispetto al Fold dello scorso anno.
L’impatto maggiore è a telefono “aperto”: quando si apre il Fold7, per usare lo schermo interno, si ha l’impressione di impugnare un taccuino di forma quadrata che è comodo da usare e su cui si può anche leggere. Lo spessore finale, 4,2 millimetri, più che una scelta precisa è dettato dalla dimensione della porta USB-C della ricarica: Samsung ha solo aggiunto meno di un millimetro sopra e sotto la porta stessa, indispensabile per rendere la scocca rigida abbastanza da non esser soggetta a deformazioni.

Rimane comunque abbastanza volume per una batteria da 4.400mAh (senza camera di vapore, solo un foglio di grafene per migliorare la dissipazione), mentre questa versione del Fold deve rinunciare alla compatibilità con la S-Pen.
Lo spessore non è tutto
Più sottile è più bello: ma non possiamo non notare che le fotocamere, pur migliorate rispetto alla versione precedente del pieghevole, sporgono davvero tanto rispetto al posteriore. La geometria e la fisica non sono inclini a essere distorte per rendere il vostro smartphone più compatto: per avere certe focali e sensori di certe dimensioni, c’è bisogno di spazio e dunque la sporgenza accentuata è inevitabile.

Questo si traduce in una certa scomodità quando si appoggia il Fold7 sulla scrivania: chiuso o aperto non fa differenza, balla davvero tanto. Ben più del cugino S25 Ultra, che però in più vanta anche una lente periscopica per lo zoom 5x.
Basta questo a squalificare il Fold7? No. Ma è un compromesso, come quello di eliminare lo strato dello schermo per garantire la compatibilità con la S-Pen (che, secondo Samsung, non usava nessuno: forse perché non era integrata nel telefono?).



Sono compromessi che vediamo ogni giorno anche in tutti gli altri smartphone, ma che devono farci riflettere: non esiste il telefono ideale, anche questi modelli di punta devono rinunciare a qualcosa qua e là per trovare la forma adatta ad arrivare sugli scaffali di vendita. Quando un produttore sostiene di non aver fatto compromessi, di aver messo il meglio del meglio in un device, sicuramente sta trascurando qualcosa che ha volutamente lasciato fuori dalla scheda tecnica.
La vita con 8 pollici in tasca
L’evoluzione più rimarchevole del Fold7 è senza dubbio la ritrovata forma ergonomica dello smartphone chiuso: se non vi crea difficoltà una diagonale da 6,5 pollici, qualsiasi attività svolgiate ogni giorno potrà essere eseguita senza ricorrere al display più ampio. Rispetto ai modelli precedenti è davvero un cambiamento significativo: il rapporto di forma standard permette di gestire senza imbarazzo la consultazione della posta, la navigazione, la permanenza sui social e tutto quanto altro possa passarvi per la testa. Con in più la possibilità, laddove lo desideriate, di aprirvi a spazi più ampi.

Mi sono sorpreso a farlo sempre più spesso per uno specifico range di attività: per esempio, per modificare quel documento che il collega mi aveva inviato mentre ero in pausa pranzo, oppure per leggere un lungo articolo scoperto grazie al link fornito da un amico. Scrivere le email con uno schermo quadrato è più comodo: c’è più spazio per la tastiera (che si usa con i due pollici, come sui vecchi telefoni prima degli smartphone), l’interfaccia dell’editor di testo è più ampia e permette di tenere meglio d’occhio eventuali errori di ortografia o nella composizione.
Devo dire che le qualità cromatiche del display pieghevole interno, tra l’altro, mi son parse davvero ottime: mi è piaciuto giocare con qualche foto e ritoccarla un po’, anche se ho sentito davvero la mancanza della S-Pen, che sono abituato a usare su S25 Ultra.

Non sono un gran giocatore su mobile, mentre fruisco di molti contenuti video: Netflix, Prime Video, Now, Apple TV+, qualsiasi sia la piattaforma in questione l’ho messa alla prova. Con risultati in chiaroscuro. Solo Netflix è ottimizzata per il Galaxy Z: consente la visione su mezzo schermo mentre il telefono è piegato, ideale per aerei o treni. Le altre si adattano male a questa modalità, ma compensano con una buona qualità complessiva e un’autonomia sorprendente.
Autonomia invidiabile
Forse la qualità che è maggiormente emersa dal mio rapporto non proprio eccezionale con i foldable, almeno nel caso del Fold7, è stata proprio questa. Ero abituato con i modelli precedenti a una gestione più simile a quella che ho con iPhone (una ricarica tampone al giorno, in itinere, è quasi scontata): invece il nuovo Galaxy Z non ha sofferto troppo il collegamento con Android Auto in macchina (con annessa navigazione GPS), le febbrili consultazioni di posta e social, telefonate, call e qualche foto scattata qua e là.

Mi ha stupito quanto a lungo regga la batteria: quando, lo scorso sabato, ho misurato 9 ore abbondanti di schermo acceso dall’ultima ricarica, mi son chiesto come avessi fatto a non doverlo attaccare prima alla presa.
Nota finale, un plauso al percorso che sta svolgendo la One UI: l’interfaccia di Samsung è quanto di più personalizzabile e adattabile ai propri gusti che ci sia in circolazione, e si conferma tale anche in questa versione 8 che arriva insieme ad Android 16. I cambiamenti rispetto alla versione precedente non sono eccezionali, ma vanno nella direzione giusta: con l’aggiunta di un paio di app sviluppate dalla stessa azienda coreana (Good Lock, Home Up, LockStar: le scaricate al volo dallo store Samsung) potete fare della vostra home ciò che vi pare.
Senza contare che ormai Samsung è sempre il primo produttore ad adottare le nuove funzionalità messe a disposizione da Android: la collaborazione con Google, in questi anni, si è rivelata fruttuosa. Migliorato anche il “Now Brief” che era stato tra le novità di One UI 7: non è ancora utile quanto mi piacerebbe che fosse ma, soprattutto se usato insieme a uno smartwatch Samsung, inizia a fornire informazioni utili nel corso della giornata.

Ne vale davvero la pena?
Quando mi viene offerta la possibilità di valutare in anteprima uno smartphone, un PC o qualsiasi altro gadget elettronico, il metro con il quale esprimere il mio giudizio può riferirsi solo a un parametro: devo far comprendere a chi mi leggerà quali sono le caratteristiche che emergono dall’utilizzo di quel device, così che possa valutare se valga la pena investirci. Cerco di farlo ogni qual volta mi è possibile, soprattutto cercando di mostrare in modo olistico come possa (o meno) avere un impatto nella vita di tutti i giorni.

A chi si rivolge il Galaxy Z Fold7 è presto detto: con un prezzo che supera i 2.000 euro non è uno smartphone per tutti, ma senza dubbi è un prodotto pensato per chi può permettersi di investire queste cifre con in mente uno scopo preciso. È un dispositivo “da lavoro”, che ha le carte in regola per diventare un tuttofare in certi contesti: sono scettico sull’utilizzo in completa sostituzione di un laptop, anche se dispone delle funzionalità DeX (e di almeno 12GB di RAM a bordo), ormai davvero efficaci grazie ai processori sempre più potenti di questi smartphone. Se ci si trova lontano dal PC, magari mentre si è in trasferta, il Fold7 può svolgere davvero moltissimi compiti.
E, in più, c’è l’intelligenza artificiale: trascrizione e traduzione dei dialoghi, Gemini Live che ci aiuta a identificare un luogo o un quadro, la possibilità di consultare e sfruttare un assistente per la ricerca su web o la scrittura.



Certo, ci sono situazioni in cui il Galaxy Z Fold7 non brilla quanto altre soluzioni. Per esempio, non è un camera-phone di punta: le fotocamere sono buone, ma non eccellenti, S25 Ultra resta un passo avanti (volendo restare in casa Samsung). Così come non gode delle stesse certificazioni per la resistenza alla polvere ad appannaggio di altri prodotti anche di fascia media: c’è tanto di avviso di far attenzione alla sabbia, occhio a portarlo in spiaggia.

Non è un telefono “da battaglia” questo Fold7: bisogna aver cura di non maltrattarlo, di non far finire polvere o altri corpi estranei sul display interno che potrebbero danneggiarlo in fase di chiusura. E infine, nonostante la cura dimagrante, non è un telefono compatto: resta uno smartphone importante da infilare in tasca, certo con delle qualità non trascurabili ma pur sempre dalle dimensioni paragonabili a un gigante come S25 Ultra.
Per chi il Galaxy Z Fold7 è (davvero) perfetto
Se siete già nel mondo dei foldable, e in particolare siete appassionati di quelli Samsung, Fold7 è un ottimo upgrade: anche dal modello appena precedente, il Fold6. Certo, a meno che non siate assidui utilizzatori della S-Pen: le dimensioni, però, sono il miglior compromesso visto fin qui in questa serie Galaxy Z.
Dopo qualche anno Samsung ha azzeccato tutto, o quasi, in questo modello. Se non l’avete ancora provato e vi incuriosisce l’esperienza, ammesso che abbiate più di 2.000 euro da investire (per la gamma completa di tagli di memoria e prezzi, vi rimando all’articolo di lancio), questo device è una tappa importante nello sviluppo del formato: non mancano alternative in circolazione e alcune appena annunciate, come l’Honor Magic V5, promettono di essere ancora più sottili e con più batteria, senza dover neppure rinunciare a uno zoom periscopico. Questo Fold7, tuttavia, riunisce davvero molti vantaggi in termini di misure, potenza a disposizione, fotocamera di buon livello, autonomia, qualità del software e dello schermo.

Non siamo ancora arrivati al foldable definitivo, siamo ancora lontani dalla maturità delle soluzioni “candybar” rappresentate da iPhone, Galaxy S, Oppo Find X. Qualcosa, però, inizia a muoversi anche in questo settore: dopo 6 generazioni di pieghevoli iniziamo anche a poter tirare qualche somma sulla longevità dei prodotti. Buone notizie su questo fronte: questo Fold7 sembra in grado di resistere ad almeno un paio d’anni di attività senza particolari limiti, il minimo indispensabile per rientrare in un classico ciclo d’uso di un utente medio.
Da parte mia, non ho cambiato gusti: continuo a preferire i “vecchi” formati di smartphone, visto come (mal)tratto i miei device mi garantiscono l’affidabilità di cui ho bisogno. Ma, per la prima volta, mi sono chiesto se questo Galaxy Z Fold7 non potesse fare al caso mio: segnale che, quest’anno, il pieghevole di Samsung ha fatto davvero un passo nella direzione giusta. Il Galaxy Z Fold7 non ha cambiato i miei gusti. Ma, per la prima volta, li ha messi in discussione. Ed è questa la sua più grande vittoria. Se state valutando un pieghevole per lavoro, questo Fold7 merita attenzione. Ma attenzione: non è ancora il foldable per tutti.
✅ Cosa mi ha convinto
- Design più sottile e finalmente ergonomico
- Ottima autonomia, sopra la media foldable
- Software maturo e versatile, con AI utile
- Schermo interno piacevolissimo per lavoro e lettura
- Ottimo per chi viaggia spesso e lavora in mobilità
❌ Cosa resta da migliorare
- Sporgenza delle fotocamere davvero fastidiosa
- Manca la S-Pen (e se sei un utente Ultra, si sente)
- Ancora fragile e delicato: niente sabbia, niente stress
- Prezzo e ingombro lo mantengono di nicchia
- Non adatto a chi cerca un cameraphone o un telefono compatto per la vita di tutti i giorni
