Succedono cose strane in quel di Mountain View. E non ci riferiamo solo al fatto che il Pixel Tablet, nella nostra prova con mano, si è rivelato più un perfetto computer di bordo per gestire la domotica che non un compagno di viaggio come pure vorrebbe la sua natura. Ma anche che, sul fronte smartphone, il principale concorrente di Google Pixel 8a sia… il fratellino Google Pixel 8 che solo in teoria occupa una fascia di prezzo superiore dato che, nella pratica, i continui sconti lo posizionano in concorrenza diretta con questo dispositivo di categoria media.
Esteticamente, anche se i gusti sono soggettivi, Google Pixel 8a è davvero carino e, per via dei colori pastello e delle forme arrotondate, ricorda gli elettrodomestici statunitensi degli Anni 50 anche grazie all’ottima commistione tra frame opaco in metallo e back cover in plastica opaca. È probabilmente il modello che meglio si impugna (152,1 x 72,7 x 8,9 mm per 188 gr.) e che, al tatto, restituisce il feed migliore (specie rispetto al 7a, ma anche rispetto all’8, forse perché leggermente più lungo e largo di Pixel 8 benché abbia uno schermo più piccolo, da 6.1 pollici di diagonale) ma, come si anticipava, si tratta di gusti personali e come tali debbono essere intesi.
Google Pixel 8a, uno smartphone da (a)mare
Display più piccolo del Pixel 8 ma capace di superare il limite dei 90 Hz di refresh del 7a raggiungendo i 120 Hz, esattamente come Pixel 8 con cui condivide un pannello OLED con risoluzione di 1080 x 2400 e una luminosità di 1400 nit standard che può arrivare a 2000 nit che lo rendono probabilmente lo smartphone migliore da consultare persino in spiaggia, anche quando il sole è allo zenit.
Prima di passare alle specifiche tecniche ricordiamo, sempre con riferimento all’involucro, che mentre il Google Pixel 8 esibiva un rating IP68, il Pixel 8a si ferma alla certificazione IP67, il che significa che nel caso vi caschi accidentalmente in acqua la garanzia di sopravvivenza si restringe solo a mezz’ora e a un metro di profondità. Dato che arriva la stagione dei tuffi, siete perciò avvisati.
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Abbiamo parlato dell’opportunità di portare in vacanza il device di Mountain View. La domanda sorge perciò d’obbligo: con le foto come se la cava? Il dispositivo esattamente come gli altri che lo hanno preceduto porta in dote un doppio sensore posteriore composto dalla grandangolare principale da 64 MP con apertura ƒ/1,89 e stabilizzazione ottica ed elettronica e dalla ultrawide da 13 MP ƒ/2,2 e campo visivo a 120°. Un pacchetto che permette di fare ottime foto, anche notturne, soprattutto grazie allo zampino dell’AI, su cui torneremo a breve. Quanto ai video, possono raggiungere i 4K a 60 FPS.
Sotto la scocca plasticosa batte sempre il Tensor G3, un nona-core con cui Google ha acquisito tutta la dimestichezza del caso, con processo produttivo a 4 nm realizzato sempre da Samsung. Il Tensor G3 è abbinato al coprocessore di sicurezza Titan M2 e dalla GPU Immortalis G715. Un unico taglio da 8 GB di RAM LPDDR5X accompagna le due alternative da 128 e da 256 GB UFS 3.1 per ciò che concerne l’archiviazione.
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Non ci sono grandi differenze nel taglio della batteria tra il Pixel 8a, che ne presenta una da 4492 mAh e il suo diretto “competitor casalingo”, ovvero il Pixel 8, che arrivava sugli scaffali con 4575 mAh.
In tutti e due i casi, dopo quattordici giorni di prova serrata, possiamo dire che non si toccano mai i due giorni tra una ricarica e l’altra, ma talvolta siamo arrivati anche a 12 ore, per scendere a otto-nove in situazioni particolarmente stressanti (nelle quali è stata interpellata l’AI più spesso o è stato usato per lunghe telefonate, registrazioni di video e come navigatore). Ricordiamo che non sono contemplate soluzioni né di ricarica rapida (nonostante i cinesi le adottino ormai anche nei modelli entry level) né di ricarica inversa. Occorre accontentarsi della ricarica wireless a 7.5W che raddoppia se cablata.
Molti naturalmente appena acceso il device correranno a svegliare Google AI, che si è rivelato infatti, nelle sue molteplici declinazioni, uno strumento versatile e polivalente, aiutandoci non solo nello scatto delle fotografie (fonde tra loro i risultati migliori), ma anche per esempio nella ricerca delle immagini o nella riduzione dei rumori di sottofondo. E dato che potreste volerlo portare in vacanza, sappiate che vi basterà inquadrare un cartello perché l’Intelligenza artificiale di bordo possa offrirvi la traduzione in italiano.
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Insomma, se volete investire 550 euro in uno smartphone, per i motivi predetti la vostra scelta dovrebbe ricadere su Google Pixel 8a, modello mediano, sì, ma ricco di sorprese e di gran qualità. Certo, i numerosi sconti applicati all’8, come si diceva, lo rendono spesso più allettante, dato che tecnicamente è migliore ed è arrivato a costare poche decine di euro di differenza rispetto a questa new entry. Le politiche di Mountain View sono davvero curiose e fanno venire qualche dubbio. I suoi device, per fortuna, lasciano solo certezze.