Sono essenziali per le batterie di device e auto EV. Pechino continua a stringere nuove partnership per saline e riserve di litio in Sudamerica. Fioccano accordi anche per le miniere di nichel in Indonesia e da anni domina l’estrazione di cobalto in Congo. Il resoconto dal nostro inviato in Asia
Asia, Africa, Sudamerica. E, ovviamente, il territorio stesso della Repubblica Popolare. La Cina ha le mani su diversi degli snodi cruciali per l’estrazione di risorse di metalli e minerali critici per lo sviluppo di produzioni ad alto tasso tecnologico come auto elettriche e non solo. Un dominio sul fronte estrattivo derivante dalle risorse interne, ma che è il risultato di una politica lungimirante che nel corso del tempo ha portato Pechino a ricoprire un ruolo di leadership a livello globale.
Gli elementi delle terre rare sono essenziali per la produzione di molti prodotti ad alta tecnologia, tra cui smartphone, turbine eoliche, veicoli elettrici e attrezzature militari. La Cina controlla attualmente oltre l’80% della fornitura globale di terre rare. Il colosso asiatico dispone di notevoli riserve di terre rare, pari a oltre il 40% delle riserve globali. Il vantaggio è stato alimentato da una serie di elementi favorevoli, tra cui un costo del lavoro più basso e normative ambientali meno severe. In terzo luogo, la Cina ha investito strategicamente nell’industria delle terre rare, controllando la catena di approvvigionamento dall’estrazione alla lavorazione e alla produzione.
Il nichel in Indonesia
Tra le risorse su cui la Cina sta investendo tantissimo c’è senz’altro il nichel, un elemento cruciale delle batterie agli ioni di litio che alimentano i veicoli elettrici e immagazzinano le energie rinnovabili. La Cina è il più grande consumatore di nichel al mondo, con oltre il 50% del consumo globale di nichel. Pechino ha investito molto nell’estrazione e nella lavorazione del nichel, sia a livello nazionale che all’estero, e ha concluso accordi di fornitura con i principali paesi produttori di nichel, come l’Indonesia e le Filippine.
L’Indonesia da sola rappresenta oltre il 25% della produzione globale di nichel e la Cina si è accaparrata negli scorsi anni una posizione favorevole per la sua estrazione nell’immenso arcipelago del Sud-Est asiatico. Nel giro di un decennio sono stati investiti circa 14,2 miliardi di dollari, di cui 3,2 miliardi solo nel 2022. Nelle isole indonesiane di Sulawesi e Halmahera, le aziende di Pechino hanno costruito raffinerie, fonderie, una nuova scuola di metallurgia e anche un museo del nichel. Controllando la catena di approvvigionamento del nichel, la Cina è riuscita a ridurre i costi di produzione delle batterie e ad aumentare la propria competitività sul mercato globale dei veicoli elettrici. Inoltre, gli investimenti della Cina nell’industria delle batterie agli ioni di litio hanno permesso al paese di diventare uno dei principali attori nello sviluppo e nella produzione di veicoli elettrici e di accumulo di energia rinnovabile.
Il cobalto in Africa
Ancora più salda la presa sul mercato del cobalto, dove il cerchio rosso sul mappamondo è quello intorno alla Repubblica Democratica del Congo, in Africa. Il governo cinese e si è assicurato accordi di fornitura con i principali paesi produttori di cobalto. La RDC rappresenta da sola oltre il 70% della produzione globale di cobalto e la Cina ha una posizione a dir poco dominante nel paese africano. Negli ultimi anni, la Cina ha importato cobalto per 1,2 miliardi di dollari dalla RDC. Alle sue spalle l’India con 3,2 milioni. Un abisso. La Cina è il più grande consumatore di cobalto al mondo e rappresenta oltre il 40% del dato totale. Un’enormità. Il cobalto è un elemento cruciale delle batterie agli ioni di litio che alimentano i veicoli elettrici e immagazzinano l’energia rinnovabile.
Esistono peraltro perplessità sul fronte ambientale, visto che l’estrazione e la lavorazione del cobalto possono avere un impatto significativo, tra cui la deforestazione e l’inquinamento delle acque. Ma la Cina ha una presa a dir poco rilevante sull’Africa. Stando ai dati rilasciati dal ministero degli Esteri cinese nel novembre 2021, la Cina ha costruito in Africa più di 10.000 chilometri di ferrovie e autostrade, quasi 100 porti e 1000 ponti, più di 80 centrali elettriche su larga scala, oltre 130 strutture mediche, 45 stadi e 170 scuole. In cambio, una corsia preferenziale sotto il profilo estrattivo.
Il litio in Sudamerica
Ma la mano cinese arriva anche in America latina. Qui a interessare è soprattutto il litio, di cui la Cina rappresenta attualmente oltre il 50% della produzione mondiale di litio ed è il maggior consumatore di litio a livello globale. Il Sudamerica ospita circa il 25% delle risorse mondiali di litio. Alla fine di gennaio, il governo boliviano di Luis Arce ha firmato un accordo da 1 miliardo di dollari con le aziende cinesi CATL, BRUNP e CMOC (CBC) e la società statale boliviana Yacimientos de Litio Bolivianos (YLB) per esplorare i giacimenti di litio nella nazione sudamericana. Non è ancora chiaro se il litio estratto e trasformato sarà esportato in Cina, che però è uno dei principali importatori di questa risorsa. Le aziende cinesi gestiscono quasi due terzi della lavorazione e della raffinazione del litio a livello mondiale.
La Cina ottiene gran parte del litio trasformato da Cile e Argentina, gli altri due membri del Triangolo del Litio sudamericano. Utilizza il litio per produrre diversi prodotti a batteria ionica, tra cui dispositivi elettronici e parti di veicoli elettrici. Un’altra società cinese sta cercando di firmare accordi simili con la Bolivia. Si tratta di Citic Guoan. A partire dallo scorso giugno, quattro delle sei società cinesi hanno superato la valutazione tecnica e sono ora in procinto di condurre valutazioni della capacità di investimento e studi di prefattibilità di progetti estrattivi in Bolivia.
Terre rare e geopolitica
Il timore degli Stati Uniti e non solo è che il dominio sulle terre rare possa in futuro portare la Cina a utilizzare la posizione dominante a livello geopolitico. In tal senso va letto il recente accordo con cui Usa e Giappone si sono impegnati a non imporre dazi all’esportazione sui minerali critici nell’ambito del commercio bilaterale. Non solo. Usa e Giappone hanno promesso di incoraggiare standard lavorativi e ambientali più elevati per i minerali fondamentali per l’alimentazione dei veicoli elettrici, come il litio, il cobalto e il nichel.
La prospettiva della decisione di Washington e Tokyo è quella di sviluppare catene di approvvigionamento più stabili per i veicoli elettrici che non dipendano in modo così pesante dalla Cina. La Casa Bianca ritiene che la posizione dominante della Cina nell’industria mondiale delle batterie per auto, compresa la lavorazione dei minerali necessari per la produzione delle batterie, rende gli Stati Uniti molto vulnerabili. Così come il dominio sul fronte delle terre rare. Non è detto che la risposta di Washington sia arrivata in tempo utile per limitarlo.