I limiti che Google ha imposto a terze parti nell’accesso ad Android Auto potrebbero violare le norme comunitarie secondo quanto afferma l’avvocato generale Laila Medina, che ha sollevato il caso dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea con sede a Lussemburgo. Ma di che cosa è accusata precisamente Big G?
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L’accusa contro Google
Schierandosi dalla parte dell’autorità antitrust italiana, Medina ha affermato che Google si è rifiutata di consentire a un’app di mobilità elettrica sviluppata da Enel l’accesso alla piattaforma Android Auto, violando le norme a tutela della concorrenza. «Il rifiuto di Google di fornire a terzi l’accesso alla piattaforma Android Auto potrebbe violare le norme sulla concorrenza», ha affermato l’avvocato generale alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
I precedenti con l’Antitrust italiano
L’autorità antitrust italiana ha già multato Google per 102 milioni di euro nel 2021 per aver favorito Google Maps e bloccato JuicePass di Enel su Android Auto. Il software sviluppato da Enel consente ai conducenti di navigare con le mappe sul cruscotto delle loro auto e di inviare messaggi mentre sono al volante.