Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.

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Le revoche ad Harvard
La segretaria per la sicurezza nazionale americana Kristi Noem ha comunicato ad Harvard che la sua certificazione per il programma per studenti e professori stranieri è stata revocata con effetto immediato. La misura influenzerebbe l’ammissione degli studenti per il prossimo anno accademico, ma Noem ha dichiarato che il divieto implica che gli attuali 6.800 studenti circa internazionali di Harvard – che rappresentano oltre il 27% delle iscrizioni di quest’anno – debbano trasferire la loro iscrizione ad altre università.
Harvard ritiene che la mossa dell’amministrazione sia “illegale” e che è si impegnerà a mantenere la sua capacità di ospitare studenti internazionali. La politica verso gli studenti internazionali potrebbe diventare parte integrante della retorica del presidente anti-globalista e anti-élite, rafforzando la polarizzazione politica interna?

Il nuovo attacco ad Harvard arriva nel mezzo di uno scontro in crescita tra le università della Ivy League e l’amministrazione Trump, che ha tagliato miliardi di dollari di finanziamenti federali per queste istituzioni. Il divieto agli studenti internazionali susciterà anche preoccupazione per gli 1,1 milioni di stranieri iscritti nelle università americane – la maggior parte dei quali proviene da India e Cina – oltre che per coloro che sperano di studiare negli Stati Uniti. E l’apprensione riguarda anche i conti delle università: le rette pagate dagli studenti stranieri costituiscono una significativa fonte finanziaria per gli atenei americani.
From research to reality
“From research to reality” è il titolo che Google ha dato quest’anno alla consueta conferenza annuale Google I/O per sviluppatori e professionisti della tecnologia dove normalmente l’azienda annuncia i più importanti prodotti. Google sta reinventando la sua intera esperienza di prodotto per farla: da Gemini 2.5, versione nuova dell’assistente IA di Google a Veo 3 generatore di video realistici; da Jule agente per scrivere codice a Google Meet che offre traduzioni in tempo reale durante le videoconferenze. Google si è unita alla corsa delle aziende che offrono agenti AI, con il suo prototipo chiamato Project Mariner, che sarà lanciato per gli abbonati quest’estate. Gli utenti potranno consentire all’agente di controllare browser e altri software per eseguire compiti come prenotare viaggi, fare acquisti e compilare report di ricerca complessi.

Google riuscirà a migliorare i suoi prodotti principali grazie all’AI senza compromettere le sue attività redditizie legate alla pubblicità e alla ricerca? Il CEO Sundar Pichai ha dichiarato che Google gode ancora di un ampio vantaggio in termini di distribuzione rispetto ai concorrenti, grazie ai suoi 8,5 miliardi di richieste giornaliere.
Con il passaggio all’AI, Google si sta allontanando dal modello gratuito basato sulla pubblicità. Il piano di abbonamento standard “AI Pro” costa 25 dollari al mese. Chi desidera accedere in anticipo alle funzionalità più avanzate dovrà pagare 250 dollari al mese per un nuovo pacchetto “Ultra”, più costoso del piano massimo di OpenAI, che è di 200 dollari al mese.
AI e aziende, cosa aspettarsi nei prossimi mesi?
Mentre ChatGPT è abbracciato da 800 milioni di persone a settimana con entusiasmo, le aziende non riescono a sfruttare la tecnologia dell’AI per aumentare profitti e opportunità e faticano a sfruttare l’IA generativa per molti motivi. I loro archivi di dati si rinchiudono spesso in silos e sono intrappolati in sistemi informatici antiquati. Molte hanno difficoltà a reclutare personale tecnico qualificato.
E per quanto ci possa essere del potenziale nella tecnologia, i dirigenti sanno di avere marchi da proteggere, il che significa ridurre al minimo il rischio che un bot commetta un errore dannoso o esponga l’azienda a violazioni della privacy o fughe di dati. Quale sarà la propensione delle aziende per i prossimi mesi? Di fronte ai progressi lenti, molti dirigenti stanno scivolando nella cosiddetta “trough of disillusionment” (fossa della disillusione), del famoso “hype cycle” (ciclo dell’entusiasmo) che segue l’euforia generata da una nuova tecnologia.
Molte aziende dicono che ciò di cui hanno più bisogno non sono modelli AI più intelligenti, ma più modi per rendere utile la tecnologia. Nel frattempo, i colossi tecnologici continuano a predicare il potenziale dell’AI. Il loro entusiasmo si è visto chiaramente questa settimana durante le conferenze annuali per sviluppatori di Microsoft e Google (di Alphabet). “Non distogliete lo sguardo”, ha detto Amodei di Anthropic “Non sbattete le palpebre.”
Cosa imparare da Agatha Christie?
Agatha Christie, l’autrice di narrativa più venduta al mondo, con oltre 2 miliardi di copie, insegna agli spettatori l’arte del whodunnit (romanzo poliziesco con mistero da risolvere), anche se è morta nel 1976. Un team di quasi cento persone — tra cui studiosi di Christie e specialisti in AI — ha lavorato al progetto. L’attrice Vivien Keene ha fatto da controfigura per l’autrice; il volto di Christie le è stato sovrapposto digitalmente. La performance sorprendentemente credibile di Keene utilizza solo parole scritte da Christie.

Durante il corso vengono condivisi consigli utili per la scrittura: da come depistare con falsi indizi o nascondere indizi in bella vista, a dove trarre ispirazione. Far rinascere figure del passato potrebbe sollevare interrogativi profondi? Sebbene molti particolari sembrino anacronistici questo non è il difetto più grave del corso, ma è la mancanza di vitalità. Questa versione retro-tecnologica (Economist) appare più piccola e appiattita rispetto all’originale geniale.
Se il passato viene reso didattico ma piatto, potremmo perderne il valore critico e umano.