Grant, Serena e Laura si incontrano in un mondo dominato dai mostri. Dalla software house giapponese un titolo che ci sembra di aver già giocato
KEMCO ci ha abituati alla sua strategia sugli RPG. Sono davvero tantissimi i titoli targati dalla software house giapponese che, pensati per il mobile, fanno poi il salto di specie atterrando in console. Gli esiti non sono sempre da effetto wow, ma abbiamo pure imparato che certi videogiochi di ruolo in 2D, dalle trame stereotipate e il gameplay tutto sommato facile da apprendere, hanno la propria nicchia di appassionati. Heirs of the Kings, disponibile anche sulla next gen di Xbox, non si discosta dagli altri esemplari della libreria KEMCO già testati. Al punto che, a primo impatto, sembra la riedizione di qualcosa di già visto.
Si parta senza troppa fantasia con una situazione che ci permette di conoscere i protagonisti. Grant sta girando a caccia di mostri quando, a un certo punto, incontra due ragazze alle prese con uno di questi. Vicissitudini varie portano i tre a stringere un rapporto: le fanciulle si chiamano Serena e Laura. Ciascuno ha le proprie caratteristiche, ma quest’ultima ha perso la memoria. Situazione narrativa che, francamente, abbiamo avuto modo di notare più e più volte.
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La trama di Heirs of the Kings è qualcosa di decisamente troppo standard, con personaggi scritti in maniera prevedibile. Detto questo il titolo ha una struttura che si regge e quantomeno si mantiene fedele ai canoni del genere RPG, senza mai sfigurare. I dialoghi, frequenti, sono accompagnati dalle grafiche dei personaggi, di cui si possono apprezzare meglio le caratteristiche estetiche e qualche tratto caratteriale appena accennato.
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I combattimenti, come in altri titoli KEMCO sono a turni, con altri personaggi che incontreremo nel corso del viaggio e ai quali chiederemo una decisiva mano in battaglia. Il bestiario che si andrà a sfogliare scontro dopo scontro è vario, con sprite che però sono parte di un repertorio già visto, senza un vero tocco di originalità. La storia di lotta tra bene e male, di amicizia e di legami fa da sfondo e, a meno che non vi prenda fin da subito, corre il rischio di offrire un’esperienza a singhiozzo.