I due colossi californiani dell’elettronica non esportano più chip verso la Cina. Il motivo? La revoca, da parte degli USA, di alcune licenze di esportazione per un cliente cinese. Una mossa che a Pechino non è piaciuta e che ha giudicato eccessiva. Così le azioni di Intel continuano a scendere. Nella sola giornata di ieri, mercoledì 8 maggio 2024, hanno segnato un -2,9%.
Leggi anche: Perché Amazon investirà quasi 9 miliardi di dollari a Singapore?
Lo stop a Intel e Qualcomm
Anche se Intel non ha riferito direttamente il nome del cliente cinese a cui sono state annullate le licenze, da Reuters si apprende che gli USA hanno frenato l’export che consentiva ad alcune aziende, tra cui proprio Intel e Qualcomm, di spedire chip utilizzati per laptop e telefoni a Huawei Technologies. Così le azioni Intel sono scese immediatamente, considerando che hanno perso quasi il 38% dall’inizio di quest’anno.
La replica cinese
Il ministero degli Esteri cinese, che ha criticato la volontà degli Stati Uniti di reprimere le esportazioni tecnologiche verso la Cina, ha dichiarato in una nota che gli USA «stanno esagerando il concetto di sicurezza nazionale e abusando dei controlli sulle esportazioni per sopprimere aziende cinesi senza giustificazione». Gli Stati Uniti avevano inserito Huawei in una lista di restrizioni commerciali già nel 2019, nel timore che potesse spiare gli americani. Un altro tassello che si aggiunge ai tentativi da parte dell’amministrazione Biden di utilizzare i divieti di esportazione e altri mezzi per soffocare i progressi tecnologici della Cina in settori che vanno dall’informatica quantistica alla robotica.