Fino al 2015 era tra le imprenditrici più famose al mondo. Poi le inchieste sulla sua Theranos
Fa un certo effetto vedere Elizabeth Holmes, founder di Theranos, dialogare in mezzo all’ex presidente USA, Bill Clinton, e il fondatore di Alibaba, Jack Ma. Era il 2015 e sull’imprenditrice non erano ancora piombate addosso le accuse di frode che ne hanno decapitato l’azienda, arrivata a valere fino a 9 miliardi di dollari grazie a un combinazione di fattori che hanno fatto credere a molti – perfino a un ex inquilino della Casa Bianca e a un imprenditore di successo – di avere di fronte una donna che avrebbe rivoluzionato il settore delle analisi del sangue. Il processo giudiziario contro di lei, avviato nel settembre scorso, è giunto a un primo importante passaggio: Holmes, 37 anni, è stata condannata da un tribunale federale in California per quattro capi d’accusa su 11. La giuria l’ha giudicata colpevole, tra le varie cose, di aver mentito ai propri investitori per ottenere finanziamenti. Holmes dovrebbe ricorrere in appello.
Come vi dicevamo nei mesi scorsi, quando il processo stava per iniziare, l’ex startupper al centro di quella che è stata definita la truffa più grande della Silicon Valley rischia fino a 20 anni di prigione. Come si legge sul New York Times, la giuria non l’ha giudicata colpevole per quattro capi d’accusa riguardo ai test e la frode nei confronti dei pazienti, mentre non ha raggiunto un verdetto sui restanti tre capi d’accusa. L’ex imprenditrice è divenuta il simbolo di quella cultura imprenditoriale che ha svelato le storture della Silicon Valley (e non solo). Fake it till you make it, ossia mentire spudoratamente per raggiungere i propri risultati, è il claim di una generazione di imprenditori che per molto tempo hanno visto in Elizabeth Holmes un modello di successo.
Theranos, fondata a Palo Alto nel 2003 dalla 19enne Holmes che si era appena ritirata da Stanford, aveva ricevuto il sostegno dell’imprenditore Rupert Murdoch e nel suo consiglio di amministrazione sedevano personaggi di spicco come l’ex Segretario di Stato USA, Henry Kissinger, e altri politici come ricorda il Post. Ma cosa Elizabeth Holmes sosteneva di poter fare con i dispositivi innovativi di Theranos? Per le analisi del sangue non sarebbero più serviti gli aghi, ma una semplice puntura al dito per raccogliere una sufficiente quantità di campione. Peccato che questa tecnologia non fosse così veloce e affidabile come era stato comunicato agli investitori e al mondo intero.
Come avrebbero poi denunciato diversi articoli del Wall Street Journal, molti dei test effettuati dall’azienda non erano in realtà svolti con i propri dispositivi, mentre quelli elaborati dalla tecnologia brevettata erano inaccurati. Dal 2015, anno di svolta, Holmes ha visto la propria vita cambiare e il caso è divenuto emblematico dopo anni di copertine, keynote speech e interviste con i potenti. Come avevamo accennato nei mesi scorsi, riprendendo quanto scritto sempre dal WSJ, la difesa dell’ex imprenditrice ha citato anche i presunti abusi e violenze sessuali subite dall’ex fidanzato Sunny Balwani, all’epoca COO di Theranos, che ne avrebbero influenzato qualsiasi capacità di giudizio.