Occhi verde acqua, lentiggini, fisico perfetto, Lil Miquela è tra le influencer più famose al mondo, inclusa nella lista delle 25 persone più influenti su Internet del 2018 dal Time, insieme a Rihanna e Donald Trump. Con oltre 2.4 milioni di follower su Instagram e oltre 3.4 milioni di seguaci su TikTok, lavora nel campo della moda, ma non solo. È anche un’attivista politica e i suoi video contano milioni di visualizzazioni su YouTube. La sua particolarità? Non è reale.
Chi ha ideato Lil Miquela?
Per quanto seguitissima, Lil Miquela non esiste realmente. Ideata nel 2017, è salita alla ribalta perchè i suoi creatori hanno inscenato un sorta di “gag”. Lil Miquela sarebbe stata vittima di un attacco hacker da parte di una collega, anche questa una virtual influencer, che l’avrebbe costretta a rivelare la verità sulla sua non esistenza. Ma l’influencer, non essendo riuscita a riappropriarsi del proprio profilo, ha detto di aver scoperto di non essere reale e di essere stata lei la prima ad essere stata ingannata, domandandosi se questo doppio inganno possa portare le persone a considerarla autentica. Dopo il bizzarro episodio, oggi la virtual influencer ha stretto accordi con i marchi Bmw, Calvin Klein e Dior e, secondo quanto si legge su FastCompany, il suo guadagno annuale si avvicina al milione di dollari. Bloomberg nel 2020 stimava che prendesse ottomila dollari per ogni post sponsorizzato.
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Chi sono i virtual influencer?
I virtual influencer sono creazioni digitali, gestiti interamente da un team di professionisti nel campo del marketing. Nel caso di Lil Miquela, il racconto è un vero capolavoro di storytelling digitale perchè ammette di essere virtuale e, paradossalmente, è proprio questa consapevolezza che ne alimenta il successo. Oggi i virtual influencers dimostrano che è possibile interagire con entità che non esistono fisicamente, perché alla fine ciò che conta davvero è il legame che si instaura, indipendentemente dal fatto che il soggetto sia un essere umano o meno. Ma da dove prendono spunto gli esperti di marketing per creare queste figure? Ne parla l’Huffington Post, precisando che ogni giorno le persone condividono una grande quantità di immagini online, e questo fornisce ai creatori di virtual influencer un enorme bacino di dati da cui trarre ispirazione.

I virtual influencer più conosciuti
Tra i virtual influencer più conosciuti ci sono Noonoouri (498.000 follower), Magazine Luiza (7,8 milioni di follower) e Shudu (237.000 follower) ma anche Aitana Lopez ed Emily Pellegrini, famosissime modelle nate da modelli generati tramite AI, che combinano tratti che risultano attraenti per il pubblico. Inoltre, alcuni di questi influencer vengono animati usando tecnologie cinematografiche avanzate, come quelle che hanno consentito a Brandon Lee di recitare nel Corvo anche dopo la sua morte, o alle persone di essere inseguite dai dinosauri in Jurassic Park. Le loro interazioni, invece, sono gestite da esseri umani esperti di marketing, capaci di creare contenuti in tempo reale che attraggono specifici target. Un altro aspetto interessante è che alcuni di questi personaggi vengono persino fatti invecchiare o morire, rendendoli più simili agli esseri umani, pur rimanendo entità virtuali, il tutto per fini commerciali. Le finalità, però, non sono sempre commerciali. A volte, l’obiettivo è semplicemente creare una storia così vicina alla nostra realtà che, pur sapendo che i personaggi sono finti, li percepiamo comunque simili agli esseri umani.