L’intervento in un editoriale pubblicato sul Corriere della Sera
In un editoriale pubblicato oggi sul Corriere della Sera, l’ex ministro per l’Innovazione tecnologica, Paola Pisano, interviene sulle ultime novità che arrivano dalla Cina, dove è entrata in vigore una nuova norma che limita a tre ore massimo a settimana il tempo per i videogiochi online ai minori di 18 anni. «Tutti monitorati – scrive Pisano – I minori nel fornire nomi e dati identificativi quando si collegano per giocare. Le aziende produttrici nell’impostare funzioni più efficaci di riconoscimento di età, gestione del tempo, limiti di pagamento, revisione dei contenuti in ingresso». Forse, però, la strada non è del tutto sbagliata secondo l’ex ministro.
«Non sono necessari studi di esperti e fiumi di parole per capire he una qualunque attività , anche ludica o di svago, che impegni un giovane o un adulto per troppe ore al giorno, finisce per provocare problemi al fisico e alla mente». Per questo Pisano chiede un impegno alla politica, rivolgendosi direttamente all’Europa affinché, da una parte, introduca limiti esattamente come accade per i minori che non possono consumare alcolici, e dall’altra attui iniziative di educazione digitale fin dalla tenera età. «Se l’Europa non sarà in grado di agire sarà la Cina a guidare il cambiamento», aggiunge. I bambini, questo è il suo pensiero, devono imparare a «mettere la cintura di sicurezza anche quando navigano in internet».
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Di recente su StartupItalia ci siamo occupati della vicenda Cina e Big Tech. Se è vero che in molte parti del mondo è in corso un processo di regolamentazione delle grandi multinazionali, Pechino sta tracciando una strada drastica, che non si fa scrupoli nel colpire al cuore il business di queste multinazionali. Ma, è bene ribadirlo, stiamo parlando di una dittatura comunista che ha la caratteristiche e il potere sufficiente per imporsi ai giganti del digitale.