Il recente conflitto tra Israele e Hamas, già alla storia per essere sfociato in uno dei più feroci genocidi del Terzo Millennio (a Gaza sarebbero ormai 54.249 vittime dall’inizio delle ostilità, circa 70 solo nella giornata di ieri), a quanto pare è anche lo scenario per testare armi mai utilizzate prima in scenari bellici reali: è stato infatti rivelato che almeno in una occasione sarebbe stata sperimentata un’arma laser per abbattere droni, ovvero dispositivi volanti teleguidati da remoto privi di piloti.
Cosa sappiamo sull’arma laser di Israele
La tecnologia utilizzata, chiamata “Lite Beam”, è un prototipo da 10 kW realizzato dalla Rafael Advanced Defense Systems, azienda bellica israeliana. L’arma laser è stata presentata come una versione meno potente del futuro “Iron Beam“, che dovrebbe essere già utilizzato nel corso del 2025. Entrambi i dispositivi sono pensati per contornare il ben noto scudo antimissile che protegge Israele, Iron Dome.
Il Lite Beam sarebbe stato utilizzato già lo scorso ottobre ma i documenti relativi all’arma sperimentale (un modello che può essere montato su veicoli 4×4) sono stati desecretati solo nelle ultime ore. Si apprende che l’arma laser non sarebbe stata utilizzata a Gaza, ma lungo i confini con il Libano, contro droni di Hezbollah. Peraltro, il partito armato sciita libanese filoiraniano Hezbollah e il suo alleato Amal hanno ottenuto una “vittoria schiacciante” nei distretti del sud del Libano alle elezioni municipali svoltesi sabato scorso, ma i cui risultati vengono diffusi dalle agenzie di stampa tra cui Ansa solo in queste ore.

L’arma laser potrebbe essere una rivoluzione negli scenari bellici in quanto, a differenza dei missili intercettori convenzionali, che comportano costi elevati — dai 46.000 agli 92.000 euro per ogni lancio — ogni singolo colpo oltre a essere teoricamente infinito non richiede spese abnormi.
Israele occupa ancora, le proteste di Londra
Intanto il via libera dato dal governo israeliano ai piani di costruzione di 22 nuovi insediamenti di coloni nei territori palestinesi occupati della Cisgiordania sembra destinato a isolare ancora di più Israele presso la comunità internazionale. Tale mossa rappresenta “un deliberato ostacolo” contro la pace e un futuro Stato di Palestina per Hamish Falconer, viceministro britannico degli Esteri, sul suo profilo X. “La Gran Bretagna – aggiunge – condanna queste azioni. Gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale, mettono ulteriormente a rischio la soluzione dei due Stati (per due popoli) e non proteggono Israele”.
Le polemiche social per le dichiarazioni di Netanyahu
Popolo dei social in rivolta per le menzogne che il premier Benyamin Netanyahu ha divulgato nella giornata di ieri, negando che Israele stia affamando Gaza e che, al contrario, la popolazione sia non solo in salute ma addirittura in carne perché “non fa molto esercizio fisico”. Sulle accuse di aver causato una carestia a Gaza, il premier ha sottolineato che “è la moda del momento, la menzogna del momento. Beh, anche questa è falsa”.