L’AI per mimare la voce (e persino lo stile di scrittura) del Segretario di Stato USA Marco Rubio. A denunciare questa operazione criminale è stato il Washington Post, che ha ricostruito quanto accaduto nei mesi scorsi: un individuo è riuscito a entrare in contatto con cinque figure politiche di alto profilo: tre ministri stranieri, un governatore statunitense e un membro del Congresso. Tutte le comunicazioni sono avvenute tramite l’app di messaggistica Signal (già finita al centro di uno scandalo alla Casa Bianca). L’autore ha inviato messaggi vocali creati ad arte grazie all’AI.
Marco Rubio e il caso della voce clonata con l’AI
Secondo quanto si legge sulla stampa USA su Signal è stato creato un utente – [email protected] – per tentare di convincere interlocutori di alto profilo di essere davvero in contatto con il Segretario di Stato USA. Come si è notato nei mesi scorsi, il team di Trump ha utilizzato l’app Signal anche per scambi di informazioni sensibili, riguardanti ad esempio operazioni militari. In questo caso grazie all’AI sono stati inviati messaggi vocali con la voce clonata del Segretario di Stato.

Al momento le autorità statunitensi non sanno chi ci sia dietro a questa operazione. Si suppone che l’obiettivo di questi criminali fosse quello di ottenere accesso a informazioni sensibili. Non è la prima volta che si parla dei rischi dell’AI in ambito di comunicazioni politiche e istituzionali: alcuni mesi fa il cellulare di Susie Wiles, Chief of Staff della Casa Bianca, è stato violato e i criminali hanno chiamato politici e imprenditori fingendosi Wiles.

Non sorprende più che l‘Intelligenza artificiale riesca a clonare la voce di una persona basandosi su pochi secondi dell’originale. Resta invece un’incognita il numero di rischi che in futuro governi, istituzioni e aziende potranno correre.