Come ha titolato The Verge, Meta vuole diventare la Microsoft dei visori. Con un video pubblicato su Instagram, il Ceo Mark Zuckerberg ha annunciato che d’ora in avanti la società darà in licenza il sistema operativo dei Quest – il brand è cambiato in Horizon OS – a terze parti come Lenovo e Asus. L’iniziativa potrebbe accelerare lo sviluppo del mercato degli headset, permettendo ad altre società di contare su un software e costruirci attorno un hardware.
Perché Meta è a favore di un ecosistema aperto nei Quest?
Engadget ha sottolineato che Meta segue una strada in antitesi a quella di Apple. Se la società di Cupertino, dai tempi di Jobs, ha sempre puntato a costruire un ecosistema chiuso e controllabile, in cui hardware e software restano in mano al produttore, l’ex gruppo Facebook punta a un settore hardware-free come per Android. Nel video pubblicato sui social è lo stesso Zuckerberg a citare Apple, come il vincitore del modello chiuso per quanto riguarda l’epoca degli smartphone.
Già dettosi a favore del modello open per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, Zuckerberg ha annunciato che la multinazionale seguirà la medesima strategia per quanto riguarda la prossima computing era, a suo avviso da ricercare nel metaverso. Il Ceo ha di nuovo citato quella «feeling of presence» che a suo avviso riuscirà a trasmettere agli utenti con visori e occhiali smart: in altre parole, le persone percepiranno di aver accanto qualcuno o di fare una particolare esperienza grazie al realismo garantito dal sistema operativo e dalle tecnologie.
Nei mesi scorsi Zuckerberg ha aumentato la propria presenza di Ceo sui social, adottando una strategia comunicativa che potrebbe fare scuola. Si è perfino impegnato con una video recensione parecchio critica non appena è uscito il prodotto competitor di Apple, il Vision Pro. Da quando ha cambiato il nome del gruppo – da Facebook a Meta – Zuckerberg ha vissuto fasi alterne per quanto riguarda il metaverso. Buzzword nel 2022, l’entusiasmo si è presto spento, sotto il peso di dubbi e hardware non ancora all’altezza delle promesse. Eppure negli ultimi sei mesi le azioni sono salite di oltre il 50% in Borsa.