«Per la maggior parte della nostra storia, abbiamo registrato una rapida crescita dei ricavi anno dopo anno». Nel 2023 il gruppo di Menlo Park fa però i conti con una situazione diversa
«Prevediamo di ridurre le dimensioni del nostro team di circa 10.000 persone e di chiudere circa 5.000 posizioni aperte». In un lungo post pubblicato su Facebook, il Ceo di Meta Mark Zuckerberg ha comunicato una nuova tornata di licenziamenti dopo quelli che avevano colpito il personale in tutto il mondo (Italia compresa) a fine 2022. Indiscrezioni a riguardo erano già circolate nei giorni scorsi, come vi avevamo raccontato su StartupItalia. Zuckerberg ha spiegato che quello in corso è per la multinazionale di Menlo Park l’anno dell’efficienza, con due obiettivi. «Renderci un’azienda tecnologica migliore e migliorare le nostre prestazioni finanziarie in un contesto difficile, in modo da poter realizzare la nostra visione a lungo termine».
La notizia dei licenziamenti in massa di Meta ha investito il dibattito su Big tech e tecnologia mentre si sta parlando moltissimo del fallimento della Silicon Valley Bank. Le due vicende sono slegate, anche se indicano un modello Silicon Valley che non sembra tanto in crisi, quanto in una profonda fase di trasformazione (e ridimensionamento) dopo anni di facilità di accesso ai capitali e grandi campagne di assunzioni. Secondo TechCrunch più di 100mila persone attive nel settore tech sono state licenziate da inizio anno.
Oltre al metaverso, Zuckerberg ha citato anche il tema dell’AI e il lancio di prodotti targati Meta che si baseranno sull’intelligenza artificiale. «Credo che stiamo lavorando ad alcune delle tecnologie più rivoluzionarie che il nostro settore abbia mai visto. Il nostro investimento più importante è quello di far progredire l’intelligenza artificiale e di inserirla in ogni nostro prodotto».
Su Facebook il Ceo ha tirato anche un bilancio di oltre un decennio di crescita impetuosa del gruppo di Menlo Park, con una considerazione sulla fine di un’epoca di vento in poppa. «Per la maggior parte della nostra storia, abbiamo registrato una rapida crescita dei ricavi anno dopo anno e abbiamo avuto le risorse per investire in molti nuovi prodotti. Ma l’anno scorso è stato un umiliante campanello d’allarme. L’economia mondiale è cambiata, la pressione della concorrenza è aumentata e la nostra crescita è rallentata notevolmente. Abbiamo ridimensionato i bilanci, ridotto il nostro patrimonio immobiliare e preso la difficile decisione di licenziare il 13% della nostra forza lavoro».