Fondatore di Tailor Ventures, VC verticale nel campo del digitale, ci ha offerto spunti su come sarà questo mondo parallelo. «L’unione col gaming è il futuro»
«Come mi immagino il metaverso? Parallelo al mondo reale e permetterà la connessione tra persone per permettergli di fare cose che altrimenti non potrebbero fare». Valerio Pastore è uno dei principali esperti del mondo informatico e nel 2021 ha cofondato Tailor Ventures, iniziativa VC che ha già portato a termine quattro investimenti. Tra i focus, quello del metaverso, sul quale ci siamo concentrati per questa intervista a StartupItalia. Esploso quasi un anno fa con il rebranding dell’ex gruppo Facebook, divenuto Meta, il metaverso è un trend che ai più può sembrare ancora fumoso e poco chiaro, sul quale però aziende in tutto il pianeta investono da almeno un decennio. Secondo i dati PitchBook, la raccolta complessiva dal 2010 al 2022 è stata di 110 miliardi di dollari, con un’impennata proprio nel 2021.
Senz’altro la multinazionale guidata da Mark Zuckerberg gioca da anni un ruolo centrale in questo settore emergente. Dall’acquisto nel 2014 di Oculus, l’azienda dei visori con i quali vivere esperienze e videogiocare in un mondo virtuale, Meta ha guadagnato terreno. «Oggi però – precisa Pastore – non esiste un metaverso tale da rendere la realtà virtuale vicina a quella vera» E, cosa da considerare, non c’è soltanto un attore, così come non ci sarà un solo metaverso. «Microsoft ha fatto un investimento enorme in Activision (la software house acquisita per 69 miliardi di dollari, ndr). Questa unione del gaming col metaverso è il futuro. Credo poi che la qualità delle schede grafiche Nvidia prima o poi verrà spostata verso questo ambito».
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Le proiezioni parlano di un mercato del metaverso che varrà 15 trilioni di dollari, cifra che se da una parte non azzera il rischio di trovarsi di fronte a una bolla, dall’altra è difficile da ignorare. Quantomeno perché aumentano gli investitori e i VC che ci si stanno buttando. «Il venture capital è molto orientato verso il web3 e tutto ciò che è decentralizzato o vicino alla blockchain. Toglierà senz’altro mercato alle applicazioni standard». Arduo stabilire un lasso di tempo entro il quale gli utenti inizieranno a vedere qualcosa di concreto di questo mondo virtuale e parallelo. «Il metaverso – è la previsione di Pastore – prenderà piede quando le Big Tech, da Microsoft a Meta e Nvidia diranno la loro. Lì sì che le cose cambieranno. Aumenterà la concorrenza, con le aziende che vorranno far parte di questo mondo».
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Al momento il gaming è l’ambito a cui associamo di più il metaverso. Durante i momenti più difficili della pandemia, milioni di utenti hanno avuto un piccolo assaggio di esperienze virtuali, come concerti dal vivo (ma non in presenza) o esperienze di multiplayer. Un domani, secondo Pastore, il metaverso si presenterà come un gigantesco cantiere, in cui ciascuno di noi potrà costruire qualcosa. «Potremo creare mondi fantastici, così come fare un viaggio interstellare, andare su un altro pianeta. Non ci saranno limiti e sottolineerei il fatto che sarà un ambiente inclusivo, in cui tutti potranno vivere esperienze impossibili nel mondo reale».
«Il vantaggio – conclude Pastore – è che sarà creato dalle community come avviene su Sandbox, dove le persone acquistano terreni digitali». Proprio perché le Big Tech si aspettano che sempre più persone scelgano di dedicare ore della propria giornata in questi ambienti, il capitolo transazioni sarà cruciale, di modo da rendere il tutto profittevole. «Ci saranno tanti metaversi interconnessi, ciascuno con la propria criptovaluta per gestire i pagamenti. Su alcuni, ad esempio, funzionerà Ethereum».