Ghost Autonomy, startup californiana specializzata nello sviluppo software per la guida autonoma, ha annunciato la chiusura delle attività con un post sul proprio sito. Fondata nel 2017 e con capitali raccolti che sfiorano i 220 milioni di dollari, è un’altra azienda del settore automotive che interrompe il business in un periodo tutt’altro che facile per le startup lato sostenibilità e finanziamenti.
Ghost Autonomy, cosa è mancato?
«Siamo orgogliosi delle innovazioni tecniche sostanziali e dei progressi compiuti dal team Ghost nella sua missione di fornire un’autonomia al consumatore definita dal software – fanno sapere dalla società -. Il percorso verso la redditività a lungo termine era incerto, dato l’attuale clima di finanziamento e gli investimenti a lungo termine necessari per lo sviluppo e la commercializzazione della tecnologia per la guida autonoma. Stiamo esplorando potenziali destinazioni a lungo termine per le innovazioni del nostro team».
Come si legge su TechCrunch, Ghost Autonomy dava lavoro a un centinaio di persone, tra USA e Australia (le sedi erano a Mountain View, Dallas e Sydney). A finanziare la società c’è stata anche OpenAI attraverso il proprio Startup Fund, da cui pochi mesi fa ha ricevuto un investimento da 5 milioni di dollari.
Nel caso di Ghost Autonomy si è verificata una situazione non inedita: la startup ha annunciato che entro il 2020 avrebbe sfornato la propria tecnologia. Così però non è stato. Con l’hype sull’AI generativa sono apparsi anche poco chiari gli obiettivi su questa tecnologia da impiegare in ambito mobilità intelligente.
Un momento difficile per le startup dell’automotive
La guida autonoma è da tempo un ambito in cui diverse aziende stanno riscontrando difficoltà (si veda quanto accaduto a Cruise dal 2023 in poi). Se si amplia lo sguardo all’intero settore automotive, le startup in sofferenza sono in aumento: citiamo il caso di Arrival, startup che ha attivato il Chapter 11 per evitare il fallimento e che di recente ha venduto buona parte dei propri asset alla competitor Canoo.
Il caso più celebre di questo periodo è andato in scena a Cupertino, dove Apple ha annunciato la chiusura del Project Titan, un’iniziativa su cui l’azienda di Tim Cook ha investito miliardi di dollari per tentare di mettere su strada l’auto a guida autonoma targata Apple. Un’altra azienda di auto elettriche in difficoltà è Fisker, quotata in Borsa, costretta a fare i conti con problemi di liquidità.