Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.
L’AI al governo
I ministri britannici stanno sperimentando l’AI per scrivere bozze di risposte alle interrogazioni parlamentari e non solo. L’iniziativa fa parte dell’impegno del Primo Ministro britannico, Rishi Sunak, di aumentare la produttività del Governo. È in fase di sperimentazione anche un nuovo strumento di intelligenza artificiale per leggere, riassumere e smistare le risposte alle consultazioni pubbliche, che in genere richiedono tre mesi di lavoro a 25 funzionari pubblici. L’intelligenza artificiale potrebbe funzionare bene nell’assistere i politici in compiti “di routine” e rendere i governi più efficienti? I ministri avviano circa 700 consultazioni all’anno. Una recente consultazione statale sul divieto di fumo ha prodotto migliaia di pagine di risposte, pari a 400 volte l’accordo sulla Brexit. La cellula AI dell’Ufficio di Gabinetto, nota come “Incubatore per l’AI” o “i. AI”, è destinata a raddoppiare le sue dimensioni fino a raggiungere 70 persone altamente qualificate dal punto di vista tecnico, rispetto all’obiettivo di 30 persone che si era prefissato quando è stata lanciata lo scorso novembre. Anche il suo budget è destinato ad aumentare da 5 a 110 milioni di sterline, con una riallocazione di fondi da altri settori dell’Ufficio di Gabinetto.
Perché l’Europa è in ritardo sul tech
La tecnologia europea sta perdendo terreno rispetto ai suoi concorrenti a un ritmo allarmante. Come siamo arrivati a questo punto? Oggi gli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico in Europa sono solo un quinto di quelli degli Stati Uniti e la metà di quelli della Cina. Gli investimenti nell’intelligenza artificiale sono circa 50 volte superiori negli Stati Uniti rispetto all’Europa. Le aziende tech americane riescono a ristrutturarsi in modo veloce, licenziando personale e reindirizzando investimenti su nuovi progetti. I tre leader tecnologici europei – Nokia, Sap, Ericsson – hanno piani di ristrutturazione che si concretizzeranno in anni anche a causa di normative europee più stringenti nei licenziamenti. Le aziende Europee potranno mai reggere il confronto in campo tecnologico con America e Cina? Con costi di licenziamento più elevati e ritardi più lunghi, i costi di adattamento in Europa alle nuove tecnologie sono circa 10 volte superiori a quelli degli Stati Uniti. Dopo decenni di maggiore agilità, le aziende americane hanno i mezzi finanziari per investire nell’AI. Si prevede che gli investimenti globali in infrastrutture di intelligenza artificiale raggiungeranno circa 150 miliardi di dollari nel 2024, trainati principalmente da Stati Uniti e Cina. Una soluzione che non minaccia il modello sociale europeo, proposta dal New York Times, potrebbe essere quella di riformare le leggi di tutela del lavoro per i salari superiori a una soglia elevata.
Quanto investe Amazon sull’innovazione
Il fondo per l’innovazione industriale di Amazon, del valore di 1 miliardo di dollari, aumenterà gli investimenti in aziende che combinano intelligenza artificiale e robotica. Il fondo ha effettuato un totale di 12 investimenti tra cui anche Mantis Robotics che sviluppa bracci robotici per lavorare insieme agli umani. Nel 2022 Amazon ha investito più di 400 milioni di euro in tecnologia per robotica e sistemi di smistamento nei suoi magazzini europei. Digit, un robot bipede, viene testato in una struttura negli Stati Uniti. 750mila è il numero di robot mobili distribuiti in tutta la rete operativa. Amazon riuscirà a creare una azienda in cui i robot si occuperanno dei lavori pericolosi e noiosi mentre gli esseri umani potranno migliorare la qualità del proprio lavoro senza perderlo? Il desiderio di Amazon è di aumentare l’automazione e l’efficienza dei suoi magazzini, della catena di approvvigionamento e dell’ultimo miglio. L’azienda, come molte, sta andando verso la regionalizzazione della rete che comporta la ristrutturazione degli hub nazionali di imballaggio, smistamento e consegna dei pacchi, nonché della flotta di trasporto, per stoccare la merce più vicino ai clienti e rendere le consegne più rapide e economiche.
L’espansione di TSMC in Giappone
La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) ha aperto la sua prima fabbrica giapponese a Kumamoto. Il Giappone sostiene il progetto con ingenti sovvenzioni nella speranza di rilanciare l’industria dei semiconduttori del Paese. Nel 1989 NEC, Toshiba e Hitachi erano i primi tre produttori di chip al mondo e la produzione di Ram del Paese copriva metà della domanda globale. Oggi non ci sono aziende giapponesi nella top 30 mondiale per capitalizzazione di mercato. Alla fine del 1989, erano 21 le aziende giapponesi nei primi 5 posti della classifica. TSMC riuscirà da sola a rialzare le sorti del Giappone? Il governo giapponese dovrebbe stanziare un totale di 1,2 miliardi di ¥ (8 miliardi di dollari) in denaro dei contribuenti per sostenere l’espansione di TSMC. È in programma anche un secondo stabilimento, poiché nessun nome locale è in grado di fornire i chip di cui Toyota, Sony e altre aziende giapponesi hanno bisogno. Alla cerimonia di inaugurazione del primo stabilimento di TSMC il fondatore di TSMC Morris Chang ha prospettato un “rinascimento dei chip” in Giappone, nel tentativo di riconquistare la posizione di potenza dei semiconduttori.