Microsoft ha investito 1,5 miliardi di dollari in G42, una delle società più all’avanguardia negli Emirati Arabi per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Acquisendo una quota di minoranza, la Big Tech americana si è assicurata anche la presenza del vicepresidente Brad Smith nel board dell’azienda con sede ad Abu Dhabi. Come riferisce il Financial Times, l’operazione conferma il rapporto sempre più strategico degli USA con diversi attori in quell’angolo di mondo.
Un ecosistema a metà tra USA e Cina
Anche TechCrunch ha rilevato che l’investimento da 1,5 miliardi di dollari di Microsoft in G42 non va letto soltanto dal punto di vista commerciale. La multinazionale guidata da Satya Nadella sta investendo in tutto il mondo, dal Giappone all’Europa. Nello scenario mediorientale, G42 è stata fino a poco tempo fa una realtà che ha rischiato di finire nella lista di aziende che non possono acquisire tecnologie statunitensi per via dei legami commerciali con la Cina.
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Il deal ha richiesto una negoziazione con la presidenza Biden, in un momento storico particolarmente complesso per i rapporti tra Washington e Pechino. Il Ceo di G42, Peng Xiao, è finito nei radar delle autorità USA, soprattutto perché in passato ha lavorato nella realtà emiratina DarkMatter, occupandosi di spyware e tecnologie di sorveglianza. Peng Xiao ha dichiarato che G42 ha dovuto scegliere tra USA e Cina, non potendo lavorare su entrambi i fronti.
Microsoft e gli investimenti sull’AI
G42, che ha dal 2023 una partnership con OpenAI, potrà utilizzare la piattaforma Azure di Microsoft. Con questo accordo c’è anche in cantiere un fondo da 1 miliardo di dollari per finanziare progetti di intelligenza artificiale nella regione.
L’investimento di Microsoft nello scenario mediorientale non deve suggerire che gli Emirati Arabi stiano voltando le spalle alla Cina e ai suoi investitori. Da tempo il Paese ha avviato partnership strategiche con Pechino e non si è allineato all’Occidente nel condannare la guerra di Putin in Ucraina. La strategia di Microsoft potrebbe essere quella di garantirsi le migliori tecnologie in ambito di intelligenza artificiale, investendo a livello globale nelle aziende più promettenti.
Oltre ad aver investito più di 10 miliardi di dollari in OpenAI, Microsoft è uno dei soggetti maggiormente attivi nello scenario tech, con deal chiusi per garantirsi non soltanto le tecnologie migliori, ma anche i talenti. Il caso più recente è quello di Inflection AI, il cui Ceo è stato assunto dal colosso di Redmond per essere messo a capo della nuova divisione Microsoft AI. Sempre la Big Tech ha investito in Mistral AI, l’unicorno francese da molti ritenuto la risposta europea a ChatGPT.