«Adobe ha danneggiato i consumatori iscrivendoli al suo piano di abbonamento predefinito e più redditizio senza divulgare chiaramente le condizioni importanti del piano». Questo si legge nei documenti depositati dal Dipartimento di Giustizia USA per fare causa a una delle aziende tecnologiche più note, proprietaria dell’omonimo pacchetto grafico rivolto soprattutto ai creativi. Come si legge su TechCrunch, secondo il governo americano la società avrebbe indirizzato i consumatori a iscriversi al piano annuale, con pagamento mensile, senza tuttavia riferire ai clienti che disdirlo entro i primi 12 mesi sarebbe costato loro centinaia di dollari.
Adobe, quanto è difficile disdire?
Come talvolta accade con le piattaforme digitali, anche con Adobe sembrerebbe complesso disdire l’abbonamento, come segnalato dal Dipartimento di Giustizia nella causa. L’azienda «scoraggia le cancellazioni impiegando un processo oneroso e complicato». Sono più di dieci anni che il modello di business della società si è focalizzato sulle subscription, mentre in passato le persone acquistavano i software una tantum.
Secondo il Dipartimento di Giustizia americano le procedure complicate e rese confuse per giunta dalla presenza di pop up e informazioni poco chiare non fanno un buon servizio a quei clienti che hanno il diritto di disdire un abbonamento. Oltre che all’azienda, la causa è stata fatta anche a due profili senior della società (Maninder Sawhney e David Wadhwani). In passato la Federal Trade Commission aveva avviato una procedura analoga nei confronti di Amazon per via delle difficoltà nel disdire l’abbonamento ai servizi Prime.
La replica dell’azienda
La risposta da parte di Adobe è arrivata con la dichiarazione di Dana Rao, Chief Trust Officer: «I servizi in abbonamento sono comodi, flessibili e convenienti per consentire agli utenti di scegliere il piano che meglio si adatta alle loro esigenze, alle loro tempistiche e al loro budget. La nostra priorità è quella di garantire sempre ai nostri clienti un’esperienza positiva. Siamo trasparenti nei termini e nelle condizioni dei nostri contratti di abbonamento e abbiamo un processo di cancellazione semplice. Confuteremo le affermazioni della FTC in tribunale».
Come ricorda The Verge i creativi hanno mostrato insofferenza nei confronti dei costosi abbonamenti ad Adobe, per i quali devono continuare a pagare per svolgere il proprio lavoro. Su StartupItalia ci siamo occupati della software house americana anche per via del mancato acquisto di Figma per 20 miliardi di dollari a causa di un processo antitrust da parte delle autorità europee, che ha scoraggiato l’operazione. Rispetto infine alla questione AI, la società americana ha aggiornato di recente termini e condizioni per garantire che non utilizzerà i lavori sulle sue piattaforme per allenare la propria intelligenza artificiale.