Tornano le truffe che tramite email simulano convocazioni giudiziarie per presunti reati di pedopornografia. Un fenomeno che la Polizia Postale ha riscontrato già da diversi anni e che ciclicamente torna a colpire i meno attenti. Questa volta il messaggio, costruito ad hoc per sembrare ufficiale, utilizza loghi istituzionali e falsi riferimenti a indagini penali in corso, minacciando un mandato d’arresto e l’iscrizione della vittima in un inesistente “Registro dei delinquenti sessuali” in caso di mancata risposta entro 72 ore. Ecco che cosa fare, quindi, per non essere la prossima vittima di questi tentativi di truffa.
Leggi anche: Tutto sul round da 770mila euro di Keplera. Che cosa fa la startup legal tech con l’Intelligenza artificiale?
In che cosa consiste la nuova truffa?
Secondo quanto riferisce la Polizia di Stato, in queste mail il nome del Capo della Polizia viene utilizzato fraudolentemente e indicato come direttore di un presunto “Reparto cybercrime” per indurre il destinatario a rispondere tempestivamente. Dopo il primo contatto, i truffatori chiedono una somma di denaro per evitare l’arresto, mettendo in scena un’estorsione digitale. La stessa Polizia postale ha condiviso una nota in cui spiega che: «Riceviamo numerose segnalazioni di false email, apparentemente provenienti da Uffici di Polizia, contenenti una presunta citazione in tribunale. Il documento informa il destinatario della comunicazione di essere indagato per reati di pedopornografia e lo invita a fornire giustificazioni entro 72 ore. Per evitare di incorrere nelle sanzioni viene proposto il pagamento di una somma di denaro. La Polizia Postale e delle Comunicazioni ricorda che nessuna forza di Polizia, o altra Autorità dello Stato, contatta direttamente i cittadini, tramite e-mail o messaggi, per richiedere pagamenti in denaro con la minaccia di procedimenti penali a suo carico».
Che cosa fare per non essere vittime del phishing?
La mail truffaldina contiene anche un allegato, che la Polizia raccomanda di non aprire perché potrebbe contenere malware capaci di infettare smartphone e computer con conseguente probabilità di furto di dati sensibili e compromissione del dispositivo. L’avvertimento da parte delle autorità statali è sempre quello di ricordarsi che nessuna Forza di polizia utilizza email o SMS per richiedere dati personali o somme di denaro con la minaccia di un procedimento penale. Per questo, la raccomandazione è quella di non rispondere, non aprire gli allegati e non effettuare alcun pagamento. Eventuali segnalazioni possono essere anche inviate tramite il portale del Commissariato di PS Online.