«Mio papà, frugalissimo, mi ha sempre insegnato a risparmiare ogni euro. Quando stavo in Australia, era il 2018, ho iniziato a mettere da parte un po’ di soldi. Ma mi chiedevo: come faccio ad averne di più?». Riccardo Zanetti ci risponde da Dubai, dove vive da diverso tempo. Classe 1998, di Albignasego, piccolo Comune a sud di Padova, in questa nuova puntata della rubrica “Italiani dell’altro mondo” incontriamo uno degli youtuber più noti nel settore della finanza personale. «Da anni curo una rubrica in cui faccio mostro i miei investimenti, come vanno mese dopo mese. In Italia è ancora difficile parlare di soldi. Nei miei video mostro con trasparenza cosa faccio».
Riccardo Zanetti, il video a SIOS18
Noi di StartupItalia avevamo notato anni fa Riccardo Zanetti, quando si era da poco cimentato con il mestiere di content creator. Aveva pure dedicato un video a SIOS18, a Palazzo del Ghiaccio, con un vlog in cui racconta il viaggio in treno dal Veneto verso una freddissima Milano (ce lo ricordiamo eccome). «Ho pure partecipato al vostro crowdfunding», ci racconta. Tutto documentato nel file disponibile online in cui – tenetevi forte – mostra i propri investimenti. In cifre.
Parlare di soldi online
In un Paese dove discutere di soldi resta per certi aspetti ancora un tabu, formarsi sulla finanza personale non è facile. Da una parte perché inciampare in venditori di fumo (i fuffaguru) è facile: basta scrollare i social. Dall’altra perché non brilliamo per educazione finanziaria. Ci si vanta di essere grandi risparmiatori, non consci del fatto che moltissimi di quei soldi andrebbero investiti nell’economia reale.
Riccardo Zanetti non fa il consulente nei suoi video. «Il mio approccio non è “voglio farti diventare ricco”. Preferisco farti usare al meglio il denaro, non per forza da reinvestire, ma per avere una strategia di budget corretta. Mi interessa il risparmio a lungo termine, ecco perché sono ambassador di Trade Republic». La sua è una missione complessa dal momento che va a toccare la gestione del patrimonio di ciascuno, fonte di ansie, preoccupazioni e litigi.
Tutti quei curriculum, poi l’Australia
Ma quando Riccardo Zanetti ha cominciato questa avventura da youtuber? «Alla fine delle superiori non sapevo cosa fare. Valutavo di trovare lavoro. Alla fine la cosa che mi ha cambiato la vita è stato inviare una valanga di curriculum in giro. Li ho spediti in tutti i Paesi in cui si parla inglese». Alla fine è stato contattato dall’Australia, dove ha trascorso un anno e ha lavorato come tecnico di rete alla Epson.
Era il 2018, come si diceva, e dall’altra parte del mondo il primo lavoro gli ha permesso di mettere da parte i primi soldi. «YouTube è sempre stato parte della mia crescita: è intrattenimento, formazione e gioco. Ho iniziato a cercare video su come gestire queste domande che avevo: come risparmiare, come investire». Gli si è aperto un mondo – anzi «un vortice» – di contenuti. All’epoca in italiano c’era poco. «Spiccava Marco Montemagno, che però era più su business, marketing e startup. Io volevo che questa cosa diventasse il mio lavoro».
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L’estero lo ha sempre affascinato. Prima di Dubai è stato a Londra. Poi ha scelto di spostarsi in Medio Oriente. Il motivo? «Senz’altro economico, dovuto al risparmio fiscale. Non ci sono tasse sulle persone e quelle sulle aziende sono basse. Avevo fatto lo stesso ragionamento quando mi sono trasferito in Inghilterra. Ma non è tutto: ci sono quattro aeroporti internazionali e per i miei video puntavo a fare rubriche in giro per il mondo».
A differenza di altri personaggi social che pubblicano contenuti in cui si vantano di quante auto cambiano a settimana o del conto salato pagato al ristorante, Riccardo Zanetti non vende il patinato brand di Dubai. Ha scelto quella destinazione per convenienza economica e professionale. Oltre a fare il content creator ha anche aperto una startup nel food. «Si tratta di una dark kitchen: l’ho finanziata anche con la finalità di farci video».
Lontano dall’Italia resta comunque vicino e interessato all’ecosistema startup. «Penso stia crescendo molto ed è figo vederlo da fuori». Con quasi mezzo milione di iscritti sul canale YouTube, resta convinto nel mantenere pubblici online i propri investimenti. «Erano cifre piccole all’inizio, ora mi sento più esposto. A volte mi viene un po’ di paura, soprattutto per le persone a me care. Ma io lo faccio per una questione di trasparenza. Parlo di finanza personale, ma non perculo nessuno: mostro semplicemente quel che faccio».