Thermal Exchange è un esperimento realizzato da Argotec all’interno del progetto ARTE dell’Agenzia Spaziale Italiana. Permetterà di verificare, in condizioni di microgravità, il comportamento delle “heat pipe” e favorire lo scambio termico passivo. Il lancio è avvenuto stamattina. Prossima fermata? La Stazione Spaziale Internazionale.
Alle 04:05, ora italiana, l’esperimento Thermal Exchange ha intrapreso il volo verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo dal vettore Cygnus CRS OA-6. Si tratta di un esperimento, inserito in un progetto più ampio, creato da Argotec, l’azienda aerospaziale torinese che si sta ritagliando un ruolo sempre più importante sulla scena globale. Ecco il video, spettacolare, del lancio:
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Il progetto in questione, chiamato ARTE (Advanced Research for passive Thermal Exchange), ha un obiettivo ambizioso volto a migliorare la vita degli astronauti nelle future missioni: creare tecnologie legate allo scambio termico passivo che possano essere semplici, affidabili e che richiedano limitati interventi da parte dell’uomo.
Argotec e lo sviluppo delle heat pipe
«Il futuro dell’esplorazione, e il successo delle missioni spaziali, sarà sempre più legato a sistemi in grado di ridurre il controllo e l’intervento umano per la loro manutenzione» ha dichiarato David Avino, Managing Director di Argotec «Con il progetto ARTE andremo a sperimentare alcune heat pipe sulla Stazione Spaziale Internazionale, che rispecchiano perfettamente queste caratteristiche e che costituiscono il primo passo per la certificazione di una categoria di sistemi termici che in Italia non sono ancora in produzione. Argotec da diversi anni sta studiando e mettendo a punto alcuni dispositivi che potrebbero essere utilizzati non solo in ambito spaziale, ma anche in applicazioni terresti».
Le heat pipe si configurano come una valida soluzione per il trasferimento del calore poiché sono sistemi passivi, il cui utilizzo non richiede un intervento umano o un controllo esterno. Sono dispositivi che sfruttano il passaggio di fase del fluido, contenuto al loro interno, per trasferire il calore da una zona calda ad una zona fredda, senza l’uso di pompe o dispositivi che richiedano energia elettrica.
Il controllo termico a bordo delle Stazioni
Nello Spazio le superfici dei moduli sono soggette a temperature molto differenti, in quanto esposte in parte direttamente al Sole e in parte verso lo Spazio profondo. In condizioni di microgravità, inoltre, l’aria presente all’interno del modulo abitato non si muove naturalmente, ma deve essere forzatamente tenuta in movimento per mezzo di ventole al fine di raffreddare tutti i dispositivi che producono calore a bordo. Il controllo termico è, quindi, uno dei sistemi fondamentali per la riuscita di una missione e serve a mantenere le temperature di tutti i sistemi di bordo all’interno del loro intervallo operativo.
Al momento non ci sono heat pipe collocate all’interno degli ambienti abitati dagli astronauti, poiché i fluidi utilizzati sono tossici e un loro eventuale rilascio comporterebbe un rischio catastrofico. Il progetto ARTE rappresenta, quindi, una svolta, poiché la ricerca è stata incentrata su fluidi che garantiscano le prestazioni richieste e al contempo siano caratterizzati da una bassa tossicità.
L’attività scientifica svolta in microgravità e i risultati ottenuti rappresenteranno un valido contributo per le possibili applicazioni terrestri
Chi ha contribuito allo sviluppo delle heat pipe
Il dimostratore tecnologico di heat pipe è stato progettato e realizzato da Argotec, e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), nell’ambito del bando “Volo Umano Spaziale per Ricerche e Dimostrazioni Tecnologiche sulla ISS”. Il Politecnico di Torino è intervenuto nella fase iniziale di progettazione dell’elettronica con la messa a punto di un prototipo volto a validarne l’architettura.
«Quest’esperimento rappresenta l’ennesima ricaduta positiva del Memorandum of Understanding stipulato fra NASA ed ASI nel 1997 e relativo alla fornitura dei tre moduli logistici MPLM» commenta Marino Crisconio, dell’unità Microgravità e Volo Umano dell’ASI. «Grazie ai diritti di utilizzazione delle risorse sperimentali a bordo della ISS ottenuti in cambio di quella fornitura (upmass, volume, crew time, down mass), è possibile per l’ASI mettere tali risorse a disposizione della comunità scientifica ed industriale nazionale mediante bandi».
L’esperimento è stato programmato per il prossimo 5 aprile, quando Thermal Exchange sarà installato all’interno della Microgravity Science Glovebox (MSG) presente nel modulo americano Destiny. Gli ingegneri di Argotec supporteranno le operazioni in tempo reale presso il Mission Control Centre dell’azienda, a Torino, in collegamento con i centri di controllo della NASA.