Google vuole mettere l’intelligenza artificiale e il deep learning al servizio del trattamento dei tumori. Tutto grazie a una startup acquisita nel 2014, DeepMind, e un algoritmo.
L’intelligenza artificiale e il deep learning possono essere messi al servizio del trattamento dei tumori. Un importante passo è stato fatto da Google DeepMind, la startup londinese acquisita da Google nel 2014, e dall’University College London Hospital, che hanno annunciato un accordo per sviluppare un algoritmo che migliori la preparazione alla radioterapia per i pazienti con tumori nelle aree della testa e del collo. L’apprendimento profondo può rendere più veloce ed efficiente l’analisi delle aree colpite dai tumori. Un mese fa, Google DeepMind aveva annunciato un accordo analogo, con il Moorfields Eye Hospital NHS Foundation Trust come partner e la cura delle malattie degli occhi come obiettivo.
Un algoritmo in aiuto dei medici
Prima che la radioterapia venga somministrata ai pazienti, c’è un processo, chiamato segmentazione, che raccoglie tutte le informazioni sulle aree da trattare. Il risultato della segmentazione è una mappa dettagliata che permette di non indirizzare la radioterapia a parti del corpo che non ne hanno bisogno: tutto il processo può prendere fino a quattro ore. L’obiettivo di Google DeepMind è ridurre i tempi a un’ora e liberare risorse ai medici. «In questo modo, potranno dedicare più tempo al paziente, alla formazione e alla ricerca, a tutto beneficio dei pazienti» ha detto al Guardian Yen-Ching Chang, capo del reparto di radioterapia dell’University College London Hospital.
DeepMind preparerà il suo algoritmo usando le TAC e le risonanze magnetiche di 700 pazienti dell’ospedale: in questo modo l’intelligenza artificiale imparerà a distinguere il tessuto sano da quello malato. Nella dichiarazione di DeepMind non c’è una cornice temporale su quando l’algoritmo sarà pronto e disponibile: «Questo tipo di ricerca è esplorativa, ma pensiamo abbia un grande potenziale per medici e pazienti». Questo per DeepMind è solo il punto di partenza. Uno degli obiettivi messi nero su bianco è «sviluppare un algoritmo di segmentazione per la radioterapia che possa essere applicato anche ad altre parti del corpo».
Il trattamento dei dati dei pazienti
L’annuncio di questa partnership solleva però il tema di come saranno trattati i dati medici di questi 700 pazienti, il materiale base da cui partirà l’apprendimento dell’algoritmo. «Tratteremo i dati con la massima cura e il massimo rispetto, tutte le informazioni saranno rese anonime», ha scritto Google. Una precisazione dovuta ma importante. Ad aprile, il New Scientist aveva rivelato che Google aveva avuto accesso ai dati completi di 1,6 milioni di pazienti del servizio sanitario britannico. Lo scopo noto al pubblico dell’accordo è sviluppare un’app che permetterà agli ospedali di monitorare la salute di chi ha problemi ai reni. Il problema è che Google, come ha scoperto il New Scientist, ha avuto accesso a set di informazioni molto più ampio, che contenevano dati sensibili come infezioni da HIV, storie di depressioni e aborti. In tutti questi accordi è previsto che Google non usi quei dati in altre parti del suo business, che li faccia gestire da un’azienda terza e che li distrugga alla fine della ricerca.