Dopo 11 anni l’Esa lancia il nuovo bando per fare dello Spazio il proprio lavoro. Ecco i primi dettagli e requisiti e le date da segnare
Non capitava da undici anni. L’Agenzia spaziale europea aprirà finalmente un nuovo bando per reclutare nuove astronaute e astronauti e mettersi sulle orme dei vari Paolo Nespoli, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, fra l’altro la prima astronauta italiana a far parte degli equipaggi Esa. Se dunque il vostro sogno è lavorare sulla Stazione spaziale internazionale – anzi, sulla base orbitante che ne erediterà il testimone – guardare alla missione Artemide per la Luna o addirittura al futuro dell’umanità su Marte, è il vostro momento.
La data essenziale è il 31 marzo: da quel giorno partirà la raccolta delle candidature. I dettagli non sono ancora stati diffusi, verranno illustrati la prossima settimana con una serie di eventi in più lingue a cui parteciperanno anche i nostri due astronauti di punta (a proposito, Cristoforetti tornerà l’anno prossimo sulla Iss). Il bando è destinato a tutte le agenzie spaziali nazionali e chiuderà il 28 maggio prossimo. L’Esa considererà valide solo le candidature inoltrate tramite la sezione Esa Career del sito ufficiale (raggiungibile qui) nell’arco delle otto settimane campali.
L’incoraggiamento alle candidature femminili
Dopodiché inizierà un rigidissimo percorso a ostacoli articolato in ben sei passaggi, che dovrebbero concludersi nell’ottobre del 2022. Una strada ricca di difficoltà e prove per gli aspiranti astronauti: dalle valutazioni del percorso di studi a quelle fisiche, dai test psicoattitudinali alle prove logiche e sotto stress. Con questo bando l’Esa “incoraggia vivamente le donne a candidarsi, per espandere la diversità di genere tra le sue fila, e per avviare un cambio generazionale”.
“Grazie a un forte mandato degli Stati membri Esa all’ultimo Consiglio ministeriale nel 2019, Space19+, l’Europa sta prendendo posto nel cuore dell’esplorazione spaziale – ha spiegato Jan Wörner, direttore generale dell’Esa – per andare più lontano di quanto abbiamo mai fatto prima, dobbiamo allargare i nostri orizzonti più che mai. Questo processo di selezione è il primo passo e auspico di vedere l’Esa svilupparsi negli anni a venire in tutte le aree dell’esplorazione spaziale e dell’innovazione, insieme ai nostri partner internazionali”.
Marte nelle cronache ma l’Esa non c’è
L’Agenzia spaziale è purtroppo tagliata fuori dalle cronache degli ultimi giorni, anche se la sua missione ExoMars dovrebbe portare il prossimo anno su Marte un rover realizzato in collaborazione con i russi di Roscosmos dopo il doppio rinvio del 2018 e del 2020. Intanto, intorno al pianeta rosso è appena arrivata la sonda Hope degli Emirati Arabi Uniti, che è entrata in orbita, e a breve arriverà la cinese Tianwen-1, ormai prossima al traguardo e che il prossimo maggio tenterà di atterrare per sguinzagliare il suo rover. La prossima settimana sarà invece il turno della statunitense Mars 2020, che toccherà la superficie del cratere Jezero insieme al suo rover Perseverance e al drone-elicottero Ingenuity che già tante fantasie sta alimentando fra gli appassionati di spazio come possibile primo oggetto volante comandato dall’uomo su un altro pianeta.
Il programma spaziale per i diversamente abili
Tornando all’Esa, che comunque ha decine di progetti e collaborazioni attive con tutte le agenzie del mondo, l’agenzia punta ad aprire le porte “a tutte le parti della nostra società“: “Rappresentare tutti gli aspetti della nostra società è una preoccupazione che prendiamo molto seriamente – ha sottolineato David Parker, direttore dell’Esplorazione umana e robotica dell’agenzia – la diversità in Esa non deve fare riferimento solo a origine, età, bagaglio culturale o genere dei nostri astronauti, ma anche disabilità fisiche. Per trasformare questo sogno in realtà, insieme al reclutamento degli astronauti lancerò il Parastronaut Feasibility Project, il progetto di fattibilità per astronauta con disabilità, un cambiamento il cui momento è arrivato”.Per i dettagli, come si diceva, ci sarà tempo per approfondire il bando. Tuttavia le competenze richieste ruotano fondamentalmente intorno alla fisica, la chimica e l’ingegneria e alle capacità pratiche di lavoro in situazioni straordinarie. Non solo: la fascia d’età indicata come preferenziale per superare la selezione (a proposito, non è dato sapere quanti siano i posti disponibili) e iniziare l’addestramento interdisciplinare è quella fra i 27 e i 37 anni. Qui ci si può fare un’idea.
Il contest Nasa per il cibo delle missioni interplanetarie
Intanto, sempre con l’occhio rivolto alle future missioni e cambiando sponda dell’Atlantico, la Nasa sta lanciando un nuovo contest in collaborazione con l’agenzia spaziale dei vicini canadesi. Si chiama “Deep Space Food Challenge” e premierà chi sottoporrà progetti per alimenti funzionali ma anche di ottima qualità destinati alle avventure interplanetarie del prossimo futuro (come? Certo, Elon Musk intende arrivare su Marte nel giro di cinque anni e mezzo). Anche in questo caso c’è tempo fino al 28 maggio per iscriversi e fino al 30 luglio per presentare i progetti. In palio 500mila dollari per massimo venti team statunitensi (ma basta forse fare coppia con un collega a stelle e strisce per partecipare): “Dobbiamo fornire cibo che soddisfi i requisiti calorici e nutrizionali dei nostri astronauti, ma vogliamo fare un passo in più – ha affermato Grace Douglas, scienziata alimentare al Johnson Space Center della Nasa, tra i giudici del concorso – vogliamo che la varietà, l’accettabilità e il contenuto nutrizionale del regime alimentare scelto abbiano il potenziale di andare oltre il mero sostegno del corpo e soddisfino anche il palato per promuovere la salute sia fisica che psicologica”.