Passi pure che DeepSeek abbia sviluppato una AI low cost, spendendo molto di meno rispetto ai colossi USA. Stando però alle notizie riportate dalla stampa americana, questo non significa che gli investitori siano disposti a mettere meno soldi sull’Intelligenza artificiale. Come si legge su TechCrunch, che cita il Financial Times, SoftBank (in foto il Ceo Masayoshi Son con Trump) sarebbe in trattative con OpenAI per investire nell’azienda di Sam Altman 25 miliardi di dollari. E non è tutto. Questa prima tranche farebbe parte di un impegno ancora più robusto: la partnership si potrebbe spingere fino a superare i 40 miliardi di dollari.
Si può risparmiare sull’AI?
Secondo gli esperti il crollo dei titoli tecnologici di lunedì scorso (quasi 600 miliardi di capitalizzazione bruciati da Nvidia) è stato una reazione al successo del chatbot cinese di DeepSeek. Ma tutto questo non sembra finora aver stravolto i piani di VC e fondi di investimento. SoftBank, tra l’altro, è uno dei soggetti impegnati nel progetto da 500 miliardi di dollari di Stargate (in cui sono coinvolti anche OpenAI e Oracle) per costruire una rete di datacenter negli USA. Anche Meta ha annunciato di recente l’impegno sul settore nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari.
Sam Altman, dai complimenti alle accuse contro DeepSeek
Se venisse confermato l’investimento in OpenAI, SoftBank supererebbe Microsoft come principale sostenitore finanziario dell’ex startup. Nel 2024 l’azienda di ChatGPT ha chiuso uno dei round più importanti (6,6 miliardi di dollari). Dopo che Sam Altman si è complimentato con DeepSeek per l’ottimo prodotto sviluppato, si è presto sfilato i guanti bianchi: stando alle prime informazioni sembrerebbe che la startup cinese abbia sfruttato la tecnica della distillazione per addestrare i propri sistemi. Secondo le accuse della Casa Bianca, per voce di David Sacks, si tratterebbe di un furto.