Vi sarà capitato negli ultimi giorni di inciampare sui social in foto e immagini ricreate con lo stile inconfondibile dello Studio Ghibli, realtà famosa in tutto il mondo per i suoi film di animazione che hanno conquistato generazioni. OpenAI ha infatti rilasciato alcune novità importanti per quanto riguarda la generazioni di immagini all’interno di GPT-4o. Se fino ad ora i competitor – come Gemini – sembravano aver più estro artistico, la società di Sam Altman è tornata a imporsi quanto meno sui media del settore. Lo stesso Sam Altman ha aggiornato la propria immagine profilo su X.
Qual è la storia dello Studio Ghibli?
Fondato nel 1985 dal leggendario regista Hayao Miyazaki insieme al produttore Toshio Suzuki e al collega regista Isao Takahata, lo Studio Ghibli è stato lanciato con l’obiettivo di realizzare lungometraggi d’animazione in grado di superare i confini tipici dell’intrattenimento per bambini. Il nome Ghibli significa “vento caldo”, a simboleggiare la volontà di portare un cambiamento nell’industria dell’animazione giapponese.
Lo Studio Ghibli è diventato famoso soprattutto per lo stile inconfondibile di Miyazaki: pellicole come Il mio vicino Totoro e La città incantata rendono l’idea di quanto lui e il suo team di artisti siano riusciti a lavorare in modo maniacale sui dettagli, creando storie senza tempo in grado di parlare sia a un pubblico di bambini, sia di adulti.
Uno dei momenti che hanno permesso allo Studio Ghibli di raggiungere la notorietà globale è stato nel 2001: La città incantata ha vinto l’Oscar come Miglior film d’animazione, traguardo sorprendente per un anime giapponese. Oggi che la creatività spesso dialoga con le nuove tecnologie e con l’AI l’esperienza di questo studio di animazione ci racconta un’altra storia. Uno degli aspetti che rende iconico lo Studio Ghibli è la centralità della storia sulla tecnica. Sono tante le ore spese a dipingere sfondi o a curare il movimento di una singola foglia. Quell’artigianalità si nota in ogni frame.
Cosa ha detto Hayao Miyazaki sull’Intelligenza artificiale
La viralità delle immagini social ricreate con l’AI in stile Studio Ghibli ha garantito un’ottima copertura mediatica e una valida operazione di marketing per OpenAI. Ma a questo punto è bene ricordare che cosa ha detto quasi dieci anni fa Hayao Miyazaki proprio in merito all’Intelligenza artificiale impiegata per fare arte. «Un insulto alla vita stessa», così l’ha definita il creativo giapponese. «Sono assolutamente disgustato. Se volete davvero creare cose inquietanti, potete farlo, ma non vorrei mai incorporare questa tecnologia nel mio lavoro».
Dal momento che è già successo in passato con artisti e creativi, chissà se lo Studio Ghibli interverrà o meno per chiedere a OpenAI chiarimenti in merito all’utilizzo dei propri archivi per addestrare l’Intelligenza artificiale.

OpenAI, che cosa sappiamo sul nuovo round?
Nel frattempo la società, come abbiamo scritto sul magazine, è vicina alla chiusura di un round che secondo Bloomberg sarebbe di 40 miliardi di dollari. L’azienda di Sam Altman aveva già raccolto 6,6 miliardi di dollari nel 2024.