Agrisea è una startup californiana che sta sviluppando dei prototipi di fattorie galleggianti per coltivare riso e altre piante in mare aperto
La terra coltivabile e l’acqua potabile sono due risorse che stanno diventando sempre più scarse. Con una popolazione mondiale in crescita si cercano così nuove aree del globo da destinare alle coltivazioni e tecnologie sempre più efficienti per l’utilizzo delle risorse idriche. Agrisea è una startup che si è spinta oltre i confini di ciò che fino ad oggi era immaginabile, progettando delle fattorie marine.
Si tratta di strutture galleggianti, pensate per essere installate lungo le coste, capaci di ospitare colture agricole. Se infatti due terzi della superficie terrestre è ricoperta dal mare, solo il 2,5% dell’acqua è potabile. Perché dunque non utilizzare l’acqua salata del mare per coltivare?
L’ostacolo fino ad oggi è stata la salinità dell’acqua di mare a cui nessuna pianta coltivabile resiste. Ma Luke Young e Rory Hornby, due giovani ricercatori dell’Università di Durham (Nord Est dell’Inghilterra), hanno tentato di superare questo ostacolo.
L’esempio della natura
Si sono infatti ispirati alle mangrovie, alberi che crescono affondando le radici lungo le spiagge della Centro America, per selezionare piante resistenti alla salinità.
La startup, che è accelerata all’interno di IndieBio, a messo a punto delle sementi di riso, soia e mais che dicono essere resistenti all’acqua di mare. Dal team non emergono dettagli sui processi che hanno portato alla selezione delle varietà né tantomeno sulla produttività e qualità delle nuove colture. Tuttavia se il lavoro dei due ricercatori dovesse avere successo per Agrisea si aprirebbe un mercato enorme.
E il mare si trasformerebbe in un luogo in cui produrre cibo. Paesi poveri di terreni fertili ma ricchi di capitale, con gli Stati del Golfo, potrebbero iniziare a coltivare il mare. Mentre i Paesi del sud-est asiatico, con un tasso di crescita della popolazione vertiginoso, potrebbero sfruttare questa nuova risorsa per assicurare cibo ad un’applicazione in crescita.
Ma non finisce qui, perché le strutture galleggianti potrebbero essere spostate facilmente per evitare eventi atmosferici avversi. E il progetto prevede anche di allevare pesci sotto le fattorie galleggianti, sfruttando la tecnica dell’acquacoltura.