In Gran Bretagna un’indagine di “Which?”, un’organizzazione di consumatori, lancia l’allarme: marche tech accumulano centinaia di giudizi positivi in 24 ore ingannando il meccanismo di rating del “negozio del mondo”
Brand tecnologici sconosciuti pompati da vagoni di false recensioni in grado di ingannare gli algoritmi di Amazon, il “negozio del mondo”, e far apparire i propri prodotti in alto nelle ricerche degli acquirenti. Dunque con enorme possibilità di essere scelti, infilati nel carrello e comprati a scapito di altri magari effettivamente migliori. L’organizzazione britannica per la difesa dei consumatori “Which?” ha scoperto sulla piattaforma statunitense un’operazione di larga scala legata, in particolare, ai gadget tecnologici: dalle cuffie ai fitness tracker passando per i dispositivi di controllo e sicurezza come sensori o videocamere. Sarebbero infatti spediti in alto nel ranking da una grande quantità di recensioni a cinque stelle da parte di utenti non verificati e, spesso, incassate in un lasso di tempo davvero improponibile anche per il più ricco hub di ecommerce del pianeta.
“Amazon sta cedendo ai giudizi fasulli”
Secondo “Which?” Amazon starebbe dunque “perdendo la battaglia” contro le fake review che metterebbero “seriamente a rischio” il suo sistema di votazione e classificazione dei prodotti in base al gradimento degli utenti. “La nostra ricerca suggerisce che Amazon stia cedendo ai giudizi fasulli – ha spiegato Natalie Hitchins, responsabile dei servizi e prodotti per la casa dell’organizzazione “watchdog” – gli acquirenti sono bombardati di commenti piuttosto sospetti pubblicati evidentemente col solo scopo di pompare i prodotti di marche sconosciute”. Insomma, il colosso dovrebbe fare di più per ripulire il sito da contenuti di questo tipo, al fine di “mantenere la fiducia delle sue decine di milioni di clienti”. Diciamo anche centinaia di milioni, se è vero che solo gli abbonati Prime in tutto il mondo sarebbero oltre 100 milioni.
La difesa del colosso
La piattaforma ha replicato in modo puntuale spiegando anzitutto di stare investendo “risorse significative” sul fenomeno di questa gramigna digitale. E poi di aver sviluppato un sistema di intelligenza artificiale che, unito ai controlli in carne e ossa, è in grado di estirpare alla radice la produzione di questi commenti farlocchi che portano fuori strada gli acquirenti e fregano i meccanismi di rating.
Le categorie più colpite
Cuffie, tracker, smartwatch e camere sono in particolare gli ambiti più colpiti, dominati – almeno in Gran Bretagna, ma non mancano fenomeni simili in Italia. Evidentemente cineserie di pessima serie che riescono a incunearsi nelle posizioni più elevate grazie a migliaia di recensioni fasulle (almeno in certi casi) apparse nel giro di 24 ore e che smerciano grandi quantità di pezzi.
Un esempio lampante è la giungla delle cuffie: quando gli esperti hanno ricercato quei prodotti hanno scoperto che nella prima pagina dei risultati saltavano fuori solo brand anonimi e che migliaia di recensioni arrivavano da acquirenti non verificati. In un caso, per esempio, se ne ammassavano oltre 400: tutte 5 stelle e, come ti sbagli, tutte postate nell’arco di poche ore. E nel caso degli smartwatch l’indagine dell’organizzazione ha scoperto che il 99% delle votazioni dei primi quattro risultati fosse da considerarsi fake. Il 71% dei prodotti apparsi nella prima pagina, invece, sfoggiava solo recensioni idilliache a 5 stelle, la stragrande maggioranza delle quali senza verifica.
Quanto influenzano le recensioni
Le recensioni, e la loro integrità – come sa bene un altro gigante, TripAdvisor – sono sempre più essenziali negli equilibri dell’ecommerce. Solo nel Regno Unito, per esempio, la locale autorità per la concorrenza e il mercato stima che la spesa online da 23 miliardi di sterline all’anno sia fortemente influenzata dai giudizi dei precedenti acquirenti o di chi conosce il prodotto. Secondo Amazon nove recensioni finte su 10 sarebbero prodotte da bot, o comunque in modo automatico: per bocca di un portavoce il colosso ha garantito di essere al lavoro sul problema, anche collaborando con altre piattaforme come i social network. “Anche una recensione fasulla è troppo” ha spiegato un rappresentante. A quanto pare ce ne sono parecchie: “Abbiamo linee guida molto chiare e precise sia per i recensori che per i venditori partner e sospendiamo, eliminiamo e avviamo azioni legali verso chi viola le nostre policy”.
Rassicurazioni a parte, dall’analisi dei consumatori britannici spuntano anche recensioni duplicate così come giudizi positivi relativi ad altri prodotti. A testimonianza della massiccia – ma automatica e grossolana – operazione di inganno ai danni dei meccanismi di rating del sito. E in ultima analisi degli acquirenti.