Siamo sempre più propensi ad acquistare online ma manteniamo un forte attaccamento allo shopping tradizionale. Come cambiano le abitudini del consumatore e le strategie di marketing
Convergenza digitale tra online e offline, a quale punto siamo? Quali sono le prospettive e come le aziende stanno imparando a conoscere le nostre abitudini attraverso lo studio dei dati? Se n’è parlato oggi nella nuova sede milanese di Beintoo, Mobile Data Company fondata a Milano nel 2011 che opera a livello globale nel digital advertising, con esperti di aziende che stanno portando avanti strategie per coniugare interessi degli utenti, dati e acquisti online e offline. Hanno partecipato al #Beintootalk il CEO di Beintoo Andrea Campana, Antonio Filoni, Head of digital di Doxa, Arturo De Simone, Marketing Director Group Digital & Theatrical Media Warner Bros Entertainment Italia, Consuelo Arezzi Boza, CEO e Co-founder di Soldout, Simone Lovati Director di Cerved ON_
Come cambiano le abitudini dei consumatori
Innanzitutto, partiamo dai numeri raccolti da Doxa: “32 milioni di italiani usano ogni mese dispositivi mobile, nel 2018 il mercato del mobile è cresciuto del 28% e vale 1,4 miliardi di euro” ha raccontato Antonio Filoni che ha messo su carta alcuni dei trend cui stiamo assistendo negli ultimi mesi. “Le persone vivono ormai in un mondo in cui offline e online si sovrappongono, il 77% acquista dopo aver raccolto informazioni su internet, il 67% degli utenti cerca online mentre è nel punto vendita mentre il 52% compra online dopo aver provato il prodotto nel punto vendita”. Risulta quindi più comprensibile il motivo che porta alcuni negozianti ad ipotizzare di far pagare al consumatore anche solo la prova della merce nel negozio.
Ma sta cambiando anche il modo in cui ci rapportiamo agli spazi in cui fare shopping: “Non più luoghi in cui si compra esclusivamente, ma ambienti ricchi di possibilità per intrattenersi che guardano molto anche all’ambiente, alla sostenibilità, al design. Basti pensare per esempio al nuovo City Life Shopping a Milano”. Altra tendenza è quella di essere sempre attaccati allo smartphone e sempre pronti all’acquisto anche impulsivo online: “A Londra il 73% dei pendolari cerca articoli mentre aspetta l treno. Il 26% fa acquisti. E ancora più utenti comprano dalla metro”. Una tendenza che viene trasformata in nuove possibilità per gli utenti che, per esempio in Corea, possono acquistare da uno scaffale virtuale direttamente alla stazione.
La profilazione degli utenti: il caso Warner Bros
Offline e online sembrerebbero quindi sempre più convergere a favore di un’esperienza utente più completa e migliorata dalla tecnologia. La tendenza si vede anche al cinema dove, come spiega Arturo De Simone: “Ci sono molte potenzialità non ancora sfruttate come per esempio la vendita online dei biglietti o la vendita di gadget nei cinema. Con la profilazione delle abitudini del cliente che va al cinema possiamo capire meglio come vive l’esperienza nella sua pienezza, che cosa fa prima e dopo aver visto lo spettacolo.
Molto spesso infatti vedere il film è solo uno degli aspetti dell’esperienza cinema che si completa con acquisti fatti prima e dopo”. Beintoo ha seguito il lancio del film IT analizzando i trend di alcune sale cinematografiche per creare un’audience più accurata. “Il digitale ci ha insegnato che si può tracciare praticamente tutto – dice Andrea Campana – questo ha creato moltissime aspettative sulle possibilità di misurare l’efficacia della campagna pubblicitaria”. Si arriverà anche a cercare di indagare le emozioni provate davanti a un film…
Ma che cosa possiamo davvero aspettarci nei prossimi cinque anni? Sicuramente moltissimi cambiamenti perché, come dice Consuelo Arezzi Boza, CEO e Co-founder di Soldout: “Ormai siamo abituati a fare aggiornamenti ogni quindici giorni, a misurare il cambiamento in termini di mesi e non di anni. Basti pensare che a gennaio non esisteva ancora Alexa, ora non si può fare una campagna facendone a meno”. I grandi colossi sono pronti a cambiare pelle lasciando una specializzazione di settore per diventare digital company pronte a vendere servizi, esperienze. Il cambiamento è difficile da controllare ma sicuramente avremo a che fare con una mole di dati sempre più grande che porteranno a comprendere meglio le abitudini dei consumatori. “Mi aspetto la nascita di nuove opportunità di business e l’ingresso di nuovi player – dice Simone Lovati Director di Cerved ON_ – lo studio dei dati diventerà sempre più centrale, con una integrazione sempre maggiore del canale commerciale e con quello del marketing”.