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C’è anche Cisco Italia nell’Innovation Center di Fondazione CR Firenze, all’insegna dello sviluppo tecnologico, dell’innovazione e del lavoro
Grazie alla collaborazione con lo startup studio Nana Bianca, Cisco inaugura un suo spazio all’interno dell’Innovation Center di Fondazione CR Firenze; un ambiente pensato per la città e animato dal concetto di lavoro flessibile, dove il fascino di un granaio di epoca Medicea della fine del ‘600 si unisce al concetto stesso di innovazione. Un luogo che si distingue per le sue potenzialità di iperconnessione e per essere in grado di consentire la stessa esperienza nelle interazioni dal vivo e da remoto grazie a una connettività accessibile basata su reti e wifi di ultimissima generazione, progettate proprio in collaborazione con Cisco.
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“Oggi c’è bisogno di fare rete. Firenze sta unendo diversi fattori di innovazione digitale per contribuire a sostenere il territorio ed essere accogliente, e occorre lavorare insieme: pubblico e privato, anche con i percorsi creati assieme a Nana Bianca e ai soggetti dell’innovazione che sono arrivati a Firenze, come la Camera di Commercio. Con nuovi progetti, come anche il nuovo spazio di Cisco, avremo una nuova linfa, una nuova mentalità e gli strumenti giusti per contaminarci a vicenda – dichiara Cecilia Del Re, assessore all’innovazione e alla Smart City del Comune di Firenze – Siamo contenti di avere un partner al nostro fianco come Cisco, in un nuovo spazio di lavoro. Creare sostenibilità, inclusione e sicurezza per migliorare la vita di tutti sono le priorità nel progettare il futuro del lavoro. Lavoreremo da remoto ma creeremo luoghi di condivisione che ci consentiranno di lavorare meglio. Firenze è un luogo dove poter costruire nuove imprese; la qualità della vita è ottima e ci sono nuove infrastrutture digitali”.
Cisco arriva anche a Firenze
“La trasformazione digitale deve essere sicura, sostenibile e inclusiva. Il digitale aiuta a creare sinergia tra la qualità della vita e la produttività. Servono competenze digitali diffuse e diversificate e il progresso significa proprio mettere insieme queste cose. Per Cisco, uno dei punti cardine è quello di mettere al centro l’essere umano pensando a un modello di lavoro flessibile, ma anche all’ufficio come luogo di aggregazione – ha dichiarato Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia durante l’inaugurazione – Per questo, abbiamo aperto spazi anche al Talent Garden di Milano e all’Università Federico II di Napoli. E ora il nostro ingresso nell’Innovation Center di Firenze, favorito dalla collaborazione con Nana Bianca, rappresenta una tappa in più all’interno di questo cammino, soprattutto perché si svolge in una città come Firenze, che per secoli è stata il centro di scambi culturali decisivi per per la Storia dell’Uomo”. E Nana Bianca è, senza dubbio, tra i centri tecnologici più importanti d’Italia. “Siamo legati a Cisco da sempre. La prima parola che abbiamo imparato qui è stata Nana, poi Cisco”, dichiara Paolo Barberis, founder di Nana Bianca. “Qua, a Firenze, tutto il territorio collabora. La sfida è farlo accadere ovunque e noi abbiamo bisogno di questo tipo di progetti ovunque”, ha dichiarato il vice presidente Santoni.
Come la tecnologia ha cambiato la società
Per Cisco, annullare le distanze significa non solo curare lo sviluppo di quei prodotti tecnologici che garantiscono connessioni veloci e stabili, ma anche essere presente sul territorio e vicina alle esigenze degli utenti. “Dobbiamo formare, in ambito digitale, le professioni che, per loro natura, non sarebbero digitalizzate, e vanno istruite – afferma Lapo Baroncelli, vice presidente di Confindustria Firenze – E’ vero che tutti si adegueranno alla tecnologia, ma sia per età che per modalità di accesso non tutti potranno usufruirne, e per questo va mantenuta anche la tradizione. Dobbiamo abituare tutti all’utilizzo delle piattaforme; il processo è inevitabile e ci sono forti modalità di miglioramento della vita di tutti noi”.
“Oggi, nel momento in cui ripensiamo il lavoro, in questa polarizzazione, si deve ripensare la società: i trasporti, le scuole, l’istruzione, la salute, la sicurezza. Ripensarla rendendola più tecnologica e consentendo di disaccoppiare il luogo dall’azione è la mission di oggi – afferma Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale – Oggi dobbiamo fare reskilling di lavoratori e siamo ultimi in Europa sulla capacità di contestualizzare il digitale”. “Si deve bilanciare l’elemento tecnologico con quello sociologico ed essere in grado di usare lo smartworking con livelli di accessibilità alle funzioni. La tecnologia impatta sulla società che, a sua volta, impatta sulle tecnologie ed è abilitante di percorsi di sostenibilità. Per farlo, abbiamo bisogno di infrastrutture e piattaforme. Siamo in un mondo dove grazie alle tecnologie si può fare sostenibilità”, afferma Stefano Epifani. Altro tema centrale è quello dell’empatia; in un’epoca in cui il lavoro viene depersonalizzato e l’individuo interagisce di più con i bot che con le persone, sono tanti i dati raccolti sulle persone, che forniscono anche suggerimenti all’interessato di come migliorare il lavoro. In questa epoca, il tema della privacy si fa sempre più ostico. “Realtà aumentata e codesign; i luoghi di lavoro diventano empatici e si interagisce con l’ambiente fino a entrare nel confine della realtà virtuale”, afferma Enrico Mercadante, responsabile per l’Innovazione, le Architetture e la Digital Transformation di Cisco Italia.
Tecnologia, smartworking e sostenibilità
“L’impegno a favorire l’incontro della realtà imprenditoriale con quella istituzionale e sociale è cruciale per andare sempre più verso un sistema di sviluppo sostenibile; in grado di rispondere alle esigenze di flessibilità che sia le imprese che i cittadini chiedono per mettere in pratica il salto evolutivo – sottolinea Alessandro Sordi, amministratore delegato di Nana Bianca – La partnership con Cisco Italia va proprio nella direzione di agevolare l’incontro e l’utilizzo degli strumenti tecnologici al servizio del benessere del territorio in cui si opera”.
“Firenze è tra i territori più virtuosi nel campo della sostenibilità. Dove ci sono realtà che danno impulso positivo all’ecosistema, è più facile attuare la trasformazione tecnologica, che è facilitata anche dal contesto imprenditoriale che crea terreno fertile per il digitale – afferma Lapo Baroncelli di Confindustria Firenze – E tecnologia e smartworking oggi, significano anche sostenibilità”. “Disgiungere il lavoro dal luogo permette di abbassare le emissioni dell’1-2% di carbonio”, afferma Enrico Mercadante. “La sostenibilità è intergenerazionale e guarda al fatto che si lasci ai nostri figli la possibilità di scegliere avendo a disposizione le risorse per farlo”, conclude il presidente Epifani.