Quattro settimane, quattro grandi temi e sfide per il futuro. A due passi dal Duomo di Milano. L’ultima The Next Tech Breakfast di StartupItalia! è dedicata al Foodtech, al futuro del cibo al cibo del futuro: una scommessa che per l’Italia vale 1 milione di nuovi posti di lavoro entro i prossimi 10 anni
Vi avevamo promesso un caffè sospeso, ogni martedì, per un mese. Un momento nel quale le startup e l’econistema dell’innovazione potessero incontrarci, fare colazione con noi, la nostra community e, magari, stringere la mano a qualche investitore.
Il senso di The Next Tech Breakfast
Una colazione, insomma, “networking native“: pochi convenevoli, format snello: un tema, novanta minuti. Come una partita di calcio, con un primo tempo dedicato a conoscere (meglio, far conoscere) un po’ di startup, il secondo tempo dedicato al networking. Il tutto non all’interno di un acceleratore o di una sala convegni, ma nel cuore di Milano. In un luogo, anzi una “casa”, super tecnologica, la Ford Social Home di via Gonzaga 7, a due passi dal Duomo.
Ogni settimana abbiamo voluto provare a vedere in faccia, meglio, condividere con chi già ci legge quotidianamente, un futuro che sì è prossimo, Next Tech, ma che già c’è, ed fatto di tutte le tecnologie più innovative e visionarie che si propongono di cambiare e migliorare la vita delle persone. Dall’eHealth e le sfide della medicina del futuro, alla social innovation, utile a ricordarci che non si “monetizza” solo con l’economia ma anche con la responsabilità, agli scenari della mobility e delle città che diventano smart cities sempre più “intelligenti” e, soprattutto, connesse.
Ultimo appuntamento: foodtech e futuro del cibo
L’ultimo appuntamento, domani 21 febbraio (qui per registrarsi e partecipare gratuitamente), nella città che con l’Expo è stata al centro del mondo, non poteva che essere dedicato al food. Anzi, al Foodtech.
Perché cibo e tecnologia? La promessa dell’esposizione universale milanese, ricorderete, era “nutrire il pianeta”. Secondo le ultime proiezioni delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale avrà superato i 9,7 miliardi entro il 2050. Vuol dire che ci saranno oltre 3 miliardi di persone in più da sfamare. E le stime sono impressionanti, come quelle della Kauffman Foundation, secondo cui sempre entro i prossimi 30 anni dovremo essere in grado di affrontare una crescita del 70% della domanda alimentare, e la tecnologia agricoltura sarà fondamentale.
Un milione di posti di lavoro
E non crescerà solo la domanda alimentare, ma anche la domanda di (nuovo) lavoro, anche e soprattutto in Italia. Secondo un’indagine del Sole 24 Ore, nei prossimi 10 anni questo nuovo mercato che potremmo definire dell’Internet of Food creerà almeno un milione di posti di lavoro.
Ancora qualche numero. Negli ultimi 2 anni il foodtech ha mosso qualcosa come 8 miliardi sul foodtech (erano soltanto 2 nel 2012, quando in Italia è stata fatta la prima legge sulle startup). Non a caso l’obiettivo delle politiche istituzionali e di governo, dichiarato subito dopo Expo e sempre confermato, è quello di raddoppiare le esportazioni entro il 2020.
Certo, parlare di innovazione nella filiera agroalimentare e nel Paese dei burosauri, racchiude in sè una moltitudine di sfide, che si giocano sul campo della compliance e, soprattutto dei regulators, ovviamente, ma anche e soprattutto sul piano culturale. E in questo noi possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.