Il giorno delle spese folli dopo la festa del Ringraziamento ha origini lontane: fino al 1869 era solo il crollo del mercato dell’oro. Poi è diventato la giornata del traffico impazzito di Philadelphia. Oggi è l’appuntamento che dà il via allo shopping natalizio
Nella tradizione americana dopo il giovedì del Ringraziamento, viene il Black Friday. Una giornata di sconti e spese folli che di solito dà il via allo shopping natalizio. Intorno a questa consuetudine negli anni sono nate e cresciute diverse credenze e anche qualche discussione: da quelle sollevate da chi ha cercato di rintracciarne l’origine e a spiegarne le caratteristiche, a quelle di chi ha denunciato violenze e caos ingiustificati. Andiamo ad analizzare qualche dettaglio curioso che ha reso così celebre nel mondo questa giornata e magari anche a svelare qualche fatto non ancora noto.
1. Il primo Black Friday fu un crollo del mercato
Partiamo dal nome: di solito il nero evoca qualcosa di non proprio positivo. E di fatti anche nella storia americana questo colore è stato usato per descrivere il terribile venerdì 24 settembre 1869 quando crollò il mercato dell’oro degli Stati Uniti. Dietro il crollo ci fu un’azzardata mossa finanziaria: Jay Gould e Jim Fisk lavorarono per comprare tutto l’oro a disposizione al fine di farne alzare il prezzo. La manovra fu smascherata e ci furono grosse perdite per tutti. È stato questo per anni il primo Black Friday americano. Con il tempo l’espressione ha però cambiato utilizzo ed è arrivata a rappresentare quello che è oggi.
2. Dal rosso delle perdite al nero dei ricavi
Per i rivenditori, invece, il nero non è mai stato qualcosa di negativo perché è il colore dell’inchiostro con il quale si segnavano i ricavi, in contrapposizione al rosso che serviva a scrivere le perdite. Questa spiegazione che pure ha un fondamento di verità è stata a lungo quella più usata per parlare del Black Friday. Pare, però, che non sia quella più attendibile per spiegare l’origine della tradizione. E non è la sola. I miti riguardo a questa consuetudine si sono accumulati, come quello che ha legato il Black Friday addirittura alla schiavitù e che vedeva in questa giornata la possibilità per i proprietari delle piantagioni del sud di acquistare schiavi a prezzi ridotti. Spiegazione infondata anche questa secondo History, sebbene negli anni abbia portato qualcuno addirittura a boicottare la giornata di sconti.
3. Il traffico congestionato di Philadelphia e il Big Friday
La spiegazione considerata più attendibile per questo nome è legata alle difficoltà nella gestione dell’ordine pubblico che ci furono il giorno dopo il Ringraziamento del 1961 a Philadelphia. Quello fu un vero venerdì nero per la polizia della città che si trovò a gestire immense folle e traffico in tilt per le strade cittadine a causa degli acquisti. Il tentativo di dare una connotazione positiva alla giornata e alla sua denominazione è stato successivo e ha puntato sull’effetto positivo degli sconti sugli incassi dei rivenditori. C’è addirittura chi ha tentato di far diffondere senza successo il nome “Big Friday“. Il volume di vendita che si registra in quel giorno, comunque, non ha ancora nulla a che vedere con i livelli che si raggiungono il sabato prima di Natale.
4. L’inizio dello shopping natalizio
Il Black Friday è da sempre legato alla figura di Babbo Natale e di conseguenza al crescendo di marketing e pubblicità che precede il 25 dicembre di ogni anno. In corrispondenza con la festa del Ringraziamento, infatti, fa la sua prima comparsa il signore panciuto che porta i doni ai bambini. Prima che il Black Friday fosse istituzionalizzato erano le sue parate il segnale per i rivenditori che il Natale commerciale si stava avvicinando. C’è stata di conseguenza anche una controversia politica per sancire con precisione l’inizio dello shopping natalizio: il presidente Abraham Lincoln aveva stabilito che la festa del Ringraziamento fosse il quarto o quinto giovedì di novembre. La paura dei commercianti che questo potesse significare un accorciamento del periodo degli acquisti portò Franklin Delano Roosevelt a stabilire che la festa sarebbe caduta sempre il quarto giovedì di novembre, senza rischi per gli acquisti degli americani.
5. La malattia degli acquisti
La ricercatrice dell’università del North Carolina Bonnie Taylor-Blake ha parlato di “Friday-after-Thanksgiving-itis“, una malattia denunciata sulla rivista commerciale Factory Management and Maintenance del 1951. In maniera ironica si faceva notare come in quel giorno si registrasse un’impennata delle assenze dei lavoratori. Che fossero veri o finti quei malesseri, il dato vero di oggi, però, è che la furia all’acquisto scontato può diventare incontrollabile e può trasformarsi in lunghe file fuori dai negozi, in diatribe e in alcuni casi in infortuni per arrivare prima a prendere l’ultimo pezzo disponibile.
6. Dagli Usa al mondo
Nel 1992 sul Boston Globe nel rispodere alla domanda di un lettore si fornisce la prima spiegazione ufficiale di cosa è il Black Friday. I disordini a Philadelphia e il mito del colore dell’inchiostro nei registri contabili dei commercianti sono gli elementi che vengono citati per raccontare la storia del venerdì successivo al giorno del Ringraziamento. Con il tempo l’abitudine è uscita anche al di fuori dei confini degli Stati Uniti. E sebbene la festa dell’ultimo giovedì di novembre sia una cosa tutta americana, la corsa agli acquisti è diventata internazionale. A partire dal vicino Canada fino ad arrivare al Messico dove è stato istituito il cosiddetto El Buen Fin per emulare l’abitudine americana. La tecnologia ha poi fatto il resto e ha portato un po’ tutto il mondo a conoscere il Black Friday, grazie allo shopping online su piattaforme come Amazon.
7. Il Cyber Monday
Il primo lunedì successivo al BlackFriday cade il Cyber Monday. Si tratta della giornata nella quale si concentrano la maggiornaza di acquisti esclusivamente online soprattutto per chi non ha avuto tempo o modo di correre nei negozi il venerdì precedente. L’espressione ha cominciato a diffondersi dal 2003 e l’abitudine si è estesa a tutta la settimana tanto da portare Forbes a parlare di Cyber Week e a dare consigli a chi volesse concentrare in questa giornata le sue compere.
8. La tendenza ad anticipare le aperture
Nel corso degli anni i grossi rivenditori hanno cercato di anticipare sempre di più le aperture e gli sconti per battere sul tempo la concorrenza. L’ha fatto nel 2011 Wal-Mart permettendo ai suoi punti vendita di aprire la sera della festa del ringraziamento. Ha seguito l’esempio nel 2015 la catena KMart che dalle 6 di mattina del giorno del Ringraziamento per 42 ore di fila ha assicurato la vendita nei suoi stores. Una scelta che ha suscitato non poche polemiche sui diritti dei lavoratori e sull’effetivo rispetto dei turni stabiliti.