Il laboratorio di Criogenia svilupperà amplificatori ultrasensibili che sfruttano la superconduttività per aumentare l’efficienza di trasmissione dati
“Dart Wars”. Nome fantascientifico per un progetto di ricerca triennale, dal budget di circa 1 milione di euro che, a tutti gli effetti, fantascientifico lo è davvero, perché prevede la costruzione del computer più potente al mondo. Ma andiamo con ordine. Dart Wars sarà coordinato da Andrea Giachero, ricercatore di Fisica nucleare e subnucleare dell’Ateneo milanese Milano-Bicocca, ed è stato selezionato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) nell’ambito della call competitiva per lo “Sviluppo di tecnologie quantistiche per i settori di fisica di interesse Infn”.
“Dart Wars” (buffo acronimo cinematograficheggiante che, srotolato, sta per “Detector Array Readout with Traveling Wave AmplifieRS”) ha l’obiettivo di sviluppare amplificatori ultrasensibili e superconduttivi parametrici a “onda viaggiante”, in grado di migliorare l’efficienza di lettura dei dati prodotti dai dispositivi quantistici, come i quantum bit (qubit), e di studiarne l’applicazione ai calcolatori quantistici, i computer di prossima generazione.
Vi siete persi? È normale, perché come avrete capito si vola particolarmente alto. A noi comuni mortali basti sapere che di mezzo ci sarà lo sviluppo di un super-computer. E il nostro sciovinismo è accontentato dalla notizia che questo cervellone elettronico avrà vibranti sinapsi italiane. I nuovi amplificatori quantistici ultrasensibili, infatti, saranno in grado di migliorare la trasmissione di dati e qubit nei computer del futuro, i computer quantici di cui si fa un gran parlare. Come? «Gli amplificatori attualmente in uso provocano un rumore elettronico aggiuntivo – spiega Giachero – dovuto all’agitazione termica degli elettroni, che altera la rilevazione del segnale quantistico da misurare – estremamente debole – impendendone una corretta codificazione. Gli amplificatori di Dart Wars, basati su superconduttori, manterranno lo stesso alto grado di sensibilità, producendo un rumore elettronico al minimo livello possibile in natura, il cosiddetto rumore quantistico. Senza deteriorare l’informazione codificata».
«Quello delle tecnologie quantistiche è un settore strategico e in rapida evoluzione – conclude il ricercatore – con ricadute possibili in molteplici ambiti, dall’economia all’ingegneria aerospaziale, dalla crittografia all’industria militare. Siamo agli inizi dell’era del computer quantistico, come negli anni ‘50 eravamo ai primordi del computer classico. Questa volta anche il nostro Ateneo può e vuole fare la sua parte». L’applicazione non si limiterà ai calcolatori quantistici, ma riguarderà anche i segnali prodotti dai rivelatori di particelle a bassa temperatura di esperimenti di fisica fondamentale.