Il brand britannico degli elettrodomestici vuole raddoppiare il portafoglio ed entrare in settori completamente nuovi. E adesso dà anche le lauree in ingegneria
Maxi-investimento di Dyson, il colosso degli elettrodomestici, da 2,75 miliardi di sterline, oltre tre miliardi di euro. Un programma record che servirà al gruppo fondato all’inizio degli anni Novanta dal 73enne Sir James Dyson a raddoppiare il suo portafoglio di prodotti ed entrare in settori completamente nuovi entro il 2025.
Nel prossimo quinquennio gli investimenti saranno concentrati a Singapore, ovviamente nel Regno Unito e nelle Filippine, e saranno supportati da piani strutturati per l’assunzione di ulteriori ingegneri e scienziati in settori chiave come quello relativo allo sviluppo di software, machine learning e robotica.
“Dyson investirà ulteriormente nella ricerca nel campo della robotica, nella tecnologia dei motori di nuova generazione, nei prodotti intelligenti, nell’apprendimento delle macchine, nella connettività e nella scienza dei materiali” spiega una nota. Un punto chiave è la commercializzazione della tecnologia proprietaria delle batterie a stato solido di Dyson, in fase di sviluppo negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone e a Singapore. La tecnologia garantirà un immagazzinamento dell’energia più sicuro, più pulito, più duraturo e più efficiente rispetto alle attuali batterie.
Un impianto a Singapore
“Continuiamo l’espansione delle nostre attività a Singapore, nel Regno Unito e nel Sud-Est asiatico, come passo fondamentale del nostro sviluppo futuro – ha detto Roland Krueger, ceo del gruppo – è il momento di investire in nuove tecnologie come l’immagazzinamento dell’energia, la robotica e lo sviluppo di software che garantiranno le prestazioni e la sostenibilità dei nostri prodotti a vantaggio dei clienti Dyson. Nei prossimi cinque anni amplieremo le attuali categorie di prodotto, oltre ad entrare in campi completamente nuovi per l’azienda. Questo darà inizio a un nuovo capitolo nello sviluppo di Dyson“.
Saint James Power Station, Singapore
A Singapore, per esempio, Dyson sta progredendo nei piani di apertura del nuovo quartier generale globale all’interno dello storico complesso della St James Power Station. Questa apertura si accompagnerà da un’espansione delle strutture avanzate di Ricerca e sviluppo e dei laboratori di ricerca, che copriranno un numero crescente di settori, tra cui il machine learning e la robotica. L’azienda istituirà inoltre un nuovo programma di ricerca universitaria a Singapore per guidare lo sviluppo dei prodotti, sulla base dei suoi programmi globali già esistenti. Inoltre sta pianificando un nuovo centro di produzione avanzata nel piccolo ma efficientissimo paese asiatico che riunirà le sue varie strutture e guiderà l’innovazione tecnica in questo campo.
Nelle Filippine, invece, Dyson creerà un nuovo hub dedicato allo sviluppo di software ad Alabang. Si tratta di uno sviluppo dell’esistente stabilimento Dyson di Philippines Advanced Manufacturing (PAM) a Calamba, che produce 13 milioni di motori digitali Dyson ogni anno, impiegando 600 persone. Il nuovo laboratorio software riflette gli investimenti globali sempre più profondi di Dyson nel software e accelererà lo sviluppo di nuove macchine che funzionano meglio e risolvono i problemi in modo intelligente.
Il Dyson Institute of Engineering and Technology di Malmesbury
In casa, invece, Dyson sta approfondendo il suo impegno nella ricerca robotica avanzata e nell’intelligenza artificiale nell’Hullavington Airfield Campus: l’investimento sottolinea l’importante ruolo per il gruppo del Dyson Innovation Campus – sia quello di Malmesbury, di cui parleremo fra poco, che appunto a Hullavington – nato con l’obiettivo di innovare creando nuove tecnologie e prodotti. Gli investimenti nei campus del Regno Unito – che già impiegano oltre 4mila persone – porteranno a nuove ricerche in campi di studio che comprendono prodotti per ambienti interni sostenibili e concepiti per favorire il benessere delle persone. Di quali dispositivi si tratti nello specifico, ovviamente, al momento non c’è nulla di ufficiale.
Campus di Hullavington
Intanto il Dyson Institute of Engineering and Technology di Malmesbury inaugurato nel 2017 ha acquisito l’abilitazione al conferimento di titoli accademici: il centro di formazione dedicato alle future generazioni di ingegneri raggiunge dunque un traguardo importante e si propone come alternativa a un tradizionale percorso accademico. In questi tre anni Dyson ci ha investito 31 milioni e mezzo di sterline. I primi laureati Dyson arriveranno fra poco meno di quattro anni: le immatricolazioni apriranno nel settembre 2021. Si tratta di un istituto sui generis: i laureandi in ingegneria non pagano rette universitarie e anzi ricevono uno stipendio per lavorare fianco a fianco di esperti mondiali del settore ingegneristico e tecnologico. Inoltre hanno accesso a spazi formativi d’eccellenza e a 136 laboratori in tutto il campus, che si accompagna all’Undergraduate Village, 63 moduli residenziali ispirati all’Habitat 67, una comunità modello e complesso abitativo a Montreal in Canada, che forniscono alla sempre più ampia coorte di laureandi Dyson un alloggio a cinque stelle e numerose opportunità ricreative. Il quaranta percento degli studenti degli ultimi anni sono ragazze, rispetto a una media del 15,1% dei laureandi alle facoltà di ingegneria di tutto il Regno Unito.
Non solo investimenti, dunque: Dyson sfoggia 22 programmi di ricerca universitari in corso, tra cui progetti di lunga data con il Kings College di Londra, l’Università di Oxford, l’Imperial College di Londra dove ha un laboratorio di robotica dedicato, Cambridge, Exeter, e Newcastle con cinque dottorati di ricerca. Inoltre ha aggiunto altri nove nuovi programmi, tra cui programmi di lavoro a Singapore. Sul lato commerciale, il gruppo ha aperto oltre 100 negozi nel 2019 e altri 30 nel 2020, nonostante la pandemia. I negozi al dettaglio Dyson Demo si trovano ora in località come New York, Los Angles, Londra, Parigi, Pechino, Dubai, Mumbai, Tokyo, Bangkok, Singapore e Shanghai.