Una startup nata letteralmente in un garage, e trasformatasi in un’azienda con un fatturato milionario. Grazie all’investimento in ricerca e sviluppo: per offrire un prodotto diverso, e più innovativo, rispetto alla concorrenza
Se il settore dell’automotive sta affrontando una grave crisi post emergenza sanitaria, non si può dire altrettanto per quanto riguarda le vetture e i macchinari industriali elettrici. Secondo il rapporto E-Mobility 2020, le macchine elettriche e ibride coprono oggi il 15% del mercato dell’auto. Anzi: “Il comparto dell’elettrificazione ha continuato a lavorare anche in tempi di lockdown e sta vivendo una fase di crescita”, afferma Marco Righi, CEO e founder di Flash Battery, azienda di Calerno Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia) che dal 2012 si occupa della produzione di batterie a litio per veicoli e macchine industriali elettriche con alte esigenze di personalizzazione, dunque ci sono margini per vederlo crescere ulteriormente da qui in avanti. E questo anche grazie a una tecnologia made in Italy che offre qualcosa di molto diverso da quanto saremmo abituati ad aspettarci da una batteria.
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Creare batterie innovative
Le batterie Flash Battery pesano circa un terzo rispetto a quelle al piombo e si ricaricano molto più in fretta: grazie alla tecnologia fast charge impiegano soli 25 minuti per caricarsi al 50%. Sono personalizzabili con soluzioni ideate sulla base dell’uso e dell’applicazione che ne farà il cliente, seguendo un processo che va dalla progettazione alla produzione, fino all’installazione. “Il sistema di gestione delle batterie (BMS) che abbiamo progettato, attualmente in fase di brevetto, permette di controllarne lo stato da remoto e grazie all’alta affidabilità delle nostre batterie, il cliente non deve più preoccuparsi della manutenzione”, spiega Righi.
Marco Righi, CEO Flash Battery
Una tecnologia innovativa che ha fatto di Flash Battery una tra le 17 aziende ed enti di ricerca selezionati dalla Commissione Europea nell’ambito del progetto IPCEI a sostegno della ricerca e dell’innovazione nel settore delle batterie, in linea con gli impegni assunti negli accordi di Parigi. Queste aziende, di cui 5 italiane, sono incaricate di sviluppare tecnologie innovative nel settore delle batterie agli ioni di litio che soddisfino obiettivi di costo, prestazioni e sicurezza rispondendo a standard elevati attualmente non disponibili sul mercato. “Flash Battery sfrutta un sistema di gestione totalmente proprietario che invia i dati di funzionamento al al Flash Data Center e al cliente finale, il quale può agire tempestivamente sui problemi che si possono presentare – spiega ancora il CEO – In questo modo, l’assistenza può essere svolta da qualsiasi persona da remoto”. Il controllo remoto analizza giornalmente i dati ricevuti e invia al reparto Service Flash Battery eventuali segnalazioni di warning, anomalie o abusi da parte dell’utilizzatore. Tutto questo permette di prevenire eventuali guasti, intervenendo tempestivamente.
Da startup a impresa affermata
Il lavoro di Flash Battery, avviato nel settore automotive, nel tempo è andato focalizzandosi sul comparto delle macchine e dei veicoli industriali. La nascita di questa azienda che oggi fattura 13 milioni di euro e conta un team di 52 persone inizia in modo inusuale e anche un po’ imprevisto: “Mio padre aveva una piccola impresa dove produceva carica batterie in alta frequenza. Negli anni ’80 era una tecnologia completamente nuova e il relativo mercato era piccolo: fino a quando, negli anni 2000, l’azienda ha vissuto un’espansione e produceva 60.000 unità all’anno. Io sono sempre stato appassionato di elettronica e insieme al mio amico e attuale socio, Alan Pastorelli, costruivamo centraline per comandare a tempo di musica le luci stroboscopiche durante le feste. Dall’età di 15 anni venivo assunto, tutte le estati, in azienda nel reparto riparazioni. Un incarico perfetto per imparare i rudimenti della materia e sognavo, un domani, di far crescere ancora di più quella realtà insieme a mio padre”.
Poi, nel 2006, l’imprevisto. “Ero da un cliente californiano per sviluppare dei carica batterie quando ricevetti una telefonata da mio padre che mi annunciò di aver venduto l’azienda”, racconta Marco. Una doccia fredda per il giovane che vede i suoi sogni e progetti andare in fumo. “Decisi di licenziarmi e laurearmi il prima possibile. Terminati gli studi lavorai un paio di anni come commerciale in un ente di formazione. La mia passione però non era scemata e nel tempo libero davo una mano nell’installazione di impianti di allarme – racconta il CEO – Nel 2009 andai da un amico che produceva veicoli elettrici industriali e lì vidi per la prima volta delle batterie al litio provenienti dalla Cina che, però, risultavano di bassa qualità”.
In quel momento, l’illuminazione: “Pensai che se avessi risolto i problemi tecnici, avrei potuto portare un’innovazione a tutte le applicazioni industriali. Iniziai nel mio garage, facendo analisi ed esperimenti – prosegue il racconto di Righi – Il problema era trovare una nuova tecnologia per le batterie al litio e dotarle di un sistema di controllo e gestione. Un lavoro di studio e ricerca durato due anni e mezzo prima di dare vita nel 2012 a Flash Battery”. Un sistema innovativo che si differenziava dalla concorrenza perché riusciva a tenere bilanciate le celle anche nei pacchi batterie più grandi e performanti.
Marco Righi e Alan Pastorelli
“Poi sono arrivate le prime richieste. Ricordo la primissima applicazione reale con una multinazionale coreana che ci aveva chiesto di elettrificare una Alfa Mito endotermica alla quale era stata tolta la parte a benzina. Via via, sono arrivati altri clienti, sempre nell’automotive, e dal 2013 lavoriamo con Elettric80, oggi nostro partner societario. A gennaio 2012, subito dopo aver aperto l’azienda, abbiamo preso una commessa importante in Cina che ci è valsa anche un record per essere stati in grado di elettrificare un’ex Fiat Multipla che ha percorso oltre 800km con una sola ricarica ad una velocità di 80 km/h – ricorda il CEO – Nell’arco di 3 anni siamo passati da un fatturato di 2 milioni ad uno di 13 milioni di euro. Oggi contiamo un team di 52 persone e, nonostante la difficile crisi economica che stiamo affrontando e che affronteremo, contiamo di chiudere il prossimo anno a 18/19 milioni di euro di fatturato. Credo che la chiave del nostro successo sia stata, oltre alla passione che ci ha sempre spinto a guardare avanti e la profonda fiducia in quello che facciamo, il pensare alla nostra azienda in un’ottica non tanto di startup quanto industriale”.
Il mercato delle batterie
“Oggi riforniamo vari settori industriali: dall’aeroportuale alla raccolta rifiuti all’agricoltura, fino all’applicazione delle nostre batterie su piattaforme aeree, imbarcazioni, gru e robot – continua il CEO – Lavoriamo principalmente sul mercato europeo in Italia, Germania, Francia e nell’area del Benelux, zone all’interno delle quali abbiamo siglato partnership con system integrator. Pertanto, contiamo per i prossimi due anni di espanderci sempre più a livello europeo, poi penseremo al mercato globale. Indirettamente le nostre batterie sono presenti in 54 paesi nel mondo e siamo sempre più interconnessi anche con il mondo universitario”.
Flash Battery team
In questo senso c’è sempre una certa attenzione a non perdere di vista l’innovazione e la ricerca, come elementi costitutivi del business presente e futuro. Se da una parte cresce il fatturato e si registra la chiusura di accordi importanti, a Reggio Emilia è stata appena inaugurata una nuova sede e continua la ricerca di talenti da assumere anche in questo periodo davvero particolare per l’economia italiana e mondiale: “Flash Battery continuerà ad investire in Ricerca&Sviluppo – conclude il CEO – Al fine di ottenere nel tempo batterie sempre più economiche, piccole e leggere”. Con l’ambizione di restare nel settore tra i player più significativi, come già oggi, a livello continentale grazie all’innovazione made in Italy.