L’idea è quella di creare un centro di gestione per le imprese che esportano macchinari in tutto il mondo. E in Italia sono molte
Se pensate che gli “occhiali elettronici” che andavano di moda – o meglio, di cui molto si parlava – fino a qualche tempo fa siano stati un business andato male, siete fuori strada. Il pubblico non li ha amati, la stessa Google ha smesso di insistere sul proprio device, che non ha sfondato nel mercato consumer, complice anche una tecnologia non ancora all’altezza delle aspettative.
Ma si sa, la curva di adozione di una tecnologia spiega che alla delusione segue una fase di stabilizzazione: un atteggiamento più maturo che chiede ai prodotti il meglio che possono offrire, al netto dei miracoli e delle aspettative eccessive generate dal marketing.
E così gli occhiali tecnologici, lungi dall’essere un prodotto mainstream, potrebbero diventare un device irrinunciabile per il B2B, ad esempio nella gestione degli interventi di assistenza. È la scommessa di Guido Nardo, imprenditore vicentino con esperienze all’estero e startupper seriale che, forte dell’esperienza delle precedenti aziende, ha riversato il know how in Vision Lab Apps.
Assistenza da remoto in tutto il mondo grazie agli occhiali digitali
La software company produce ERA (Enterprise Remote Assistance), piattaforma che va a integrarsi con device come Google Glass e Smart Glass: l’idea è quella di creare un centro di gestione che consenta alle imprese che esportano macchinari in tutto il mondo – e in Italia sono molte – di seguire gli interventi di manutenzione in remoto direttamente dalla casa madre, mentre un tecnico locale, guidato passo per passo con il supporto degli occhiali, ripara il guasto.
La piattaforma, interamente in cloud, integra una funzione repository: la casa produttrice può archiviare tutorial e video di assistenza per i propri macchinari, che saranno così immediatamente disponibili. Presenti anche funzioni di project management e ticketing, utili per dividersi i task. “Aumentiamo le abilità dei lavoratori grazie all’interazione uomo/macchina” sintetizza Nardo. “Se un macchinario si blocca, ovunque si trovi nel mondo, basta attivare una video chiamata per ricevere assistenza qualificata”.
Vision Lab Apps è stata accelerata da Unicredit e utilizza un modello di business che prevede una fee annuale. L’azienda già raccolto 700mila euro tra banche e investimenti privati, ed è in attesa di affrontare il primo round. Ha già cominciato il processo di apertura all’internazionalizzazione partecipando al CES Asia, dove ha potuto annusare il mercato estero. Insomma, una società che nasce da un’esigenza del territorio (l’Italia esporta meccanica di precisione in tutto il mondo) e cerca di dare una risposta a un problema reale. Il modo migliore per provarci.