Ma i ragazzi assicurano: “Non andrà sul mercato, è pensata per il nostro compagno”. E Mattarella li ha nominati Alfieri della Repubblica
In una classe del liceo scientifico De Gasperi di Borgo Valsugana, nella provincia di Trento, c’è un alunno in difficoltà: ha una disabilità comunicativa, un disturbo che gli impedisce di parlare con gli altri. Così Filippo Pasquazzo, Enrico Cescato e Samuele Ropelato, che con lui condividono i banchi di scuola, decidono di costruire uno strumento tecnologico per aiutarlo. E inventano la app My Voices, un dispositivo inserito in uno smartphone per consentire al loro compagno “di comunicare con il mondo esterno” spiega Enrico a StartupItalia.
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Una app per un compito di informatica
L’occasione nasce quando i tre, che all’epoca si trovavano al terzo anno, tutti – neanche a dirlo – con un ottimo andamento scolastico, partecipano a un progetto guidato dal docente di informatica. “Dovevamo creare una app” racconta Filippo. “Ma non volevamo un gioco o un’idea fine a se stessa” gli fa eco Enrico, “ci interessava qualcosa di utile”. I tre compagni pensano quindi a uno schermo suddiviso in tasti, ciascuno associato al suono di una lettera. “Abbiamo registrato con la nostra voce tutte le singole lettere alfabetiche, in modo da aiutare il nostro amico a impararne la pronuncia” prosegue. Ed ecco prendere vita la app, “un regalo per il suo compleanno che gli abbiamo consegnato già installata su un nuovo cellulare”, aggiunge Enrico. Un mezzo che adesso “gli consente di andare ovunque e chiedere qualunque cosa, in classe come fuori”. E di parlare attraverso la voce dei suoi compagni.
Il riconoscimento di Mattarella
Il gesto di solidarietà non è passato inosservato, e a marzo 2019 il presidente Mattarella ha conferito ai tre studenti l’attestato di onore di Alfiere della Repubblica. Un titolo riconosciuto a 29 giovani “che si sono distinti come costruttori di comunità, attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali” si legge sul sito del Quirinale. Per i tre ragazzi, candidati alla selezione a loro insaputa, è stata una sorpresa. Sono rimasti all’oscuro di tutto “finché non si è presentato da noi il dirigente scolastico, mentre eravamo in palestra” ricorda Enrico. “Avevamo perfino un po’ di timore, pensavamo fosse successo qualcosa”.
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“È stato facile crearla”
Il giorno della cerimonia, presi dall’emozione “non ci rendevamo conto di cosa stesse succedendo” ripercorre Samuele. Il presidente “è bravo a parlare con i giovani, ci ha ringraziato per quello che abbiamo fatto, e ha detto che dobbiamo sentirci speciali”. Lungi da loro però darsi delle arie per il premio e per l’invenzione. Che sarà pure fuori dall’ordinario per i non addetti ai lavori, “ma per noi non è stato complicato, perché abbiamo creato l’app usando una piattaforma online piuttosto intuitiva” confessano. Quando non funziona poi, si occupano anche di aggiustarla, come successo di recente: “Lo smartphone ha avuto qualche intoppo, ma adesso è tutto ok” assicura Enrico.
“Non andrà sul mercato, è pensata per il nostro compagno”
Alla domanda se My Voices potrà circolare sul mercato e avere un utilizzo esterno, i tre liceali rispondono di no. “Non abbiamo mai pensato di venderla, è strutturata in modo molto semplice ed è stata pensata appositamente per il nostro compagno” chiarisce Enrico. Che, insieme al resto della classe, affronterà tra pochi mesi l’esame di maturità. Un impegno che li tiene concentrati al momento solo sullo studio, senza altri progetti per il futuro se non sull’università che verrà. Per entrambi Samuele e Enrico in ambito scientifico, “forse Matematica” per il primo, “Ingegneria meccanica o informatica” per l’altro. Per Filippo invece si aprirà “magari una carriera militare, oppure una facoltà nel settore giuridico o economico”.