Leggero e, magari, bello come un tatuaggio. Viene da un’università araba il materiale tech indossabile
Il futuro sarà senza smartphone? Sembra un’ipotesi più che concreta se si guarda ai computer indossabili in pelle artificiale e magnetica che è stata realizzata in Arabia Saudita dall’ingegnere elettronico Abdullah Almansouri dell’università Re Abdullah, vicino a Gedda. Al momento non è ancora in commercio, ma l’obiettivo è quello di produrre una tecnologia che si possa vestire come un guanto su tutta la mano. Grazie alle sue proprietà il tessuto entra in contatto con piccoli computer che magari entreranno a fare parte della nostra quotidianità (chissà, nella montatura degli occhiali per esempio?). Certo, i telefoni li utilizzeremo ancora per chiamare gli amici, ma forse smetteremo di controllare le app che ci monitorano battiti e calorie bruciate a ogni passo, perché tutte le informazioni le otterremo in altra maniera.
Pelle tech
Le applicazioni di questa pelle biocompatibile nella vita di tutti i giorni potrebbero riguardare soprattutto le persone con disabilità, di cui startup e mondo dell’innovazione si stanno occupando per aumentarne autonomia e sicurezza negli spostamenti tanto negli ambienti urbani quanto in quelli domestici. Secondo Advanced Materials Technologies una tecnologia simile sarebbe non soltanto comoda e leggera da indossare, ma anche facile nell’utilizzo. E soprattutto questa pelle non si applica soltanto alla mano. «L’abbiamo utilizzata per tracciare i movimenti dell’occhio attaccandola alla palpebra», ha spiegato Abdullah Almansouri che si è preoccupato perfino dell’appeal commerciale del prodotto: ha garantito che la pelle potrà essere di colori diversi e «proprio come un tatuaggio».
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Combinata con sensori magnetici, la pelle artificiale potrebbe stuzzicare già la curiosità anche del mondo dell’industria, visto che non saranno solo i robot a fare tutto il lavoro. Il controllo dei movimenti corretti da svolgere mentre si fa un’operazione potrebbe essere potenziato grazie proprio a questi guanti che “parlerebbero” con l’ambiente circostante. Segnalando errori che spesso possono costare una fortuna. Stesso discorso potrebbe valere per la chirurgia o per laboratori scientifici, dove non serve dire quanto peso abbia la precisione.